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Giuseppe Conte e il dietrofront sul premier Draghi, non vuole la crisi di governo: "Lavoro per rafforzare il premier"

Christian Campigli
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Da ariete a vigile del fuoco il passo è meno lungo di quel che può sembrare a prima vista. Almeno a giudicare dall'atteggiamento tenuto quest'oggi da Giuseppe L'ordinario di diritto privato all'Università di Firenze che ha cercato di smorzare i toni della polemica nei confronti del premier, Mario Draghi. “Non vogliamo affatto una crisi di governo. Sono il leader che sta lavorando per rafforzare ancora di più il primo ministro Draghi, che regge un governo di unità nazionale: da Liberi e Uguali fino alla Lega di Salvini”.

Parole nette e perentorie, quelle pronunciate dall'ex Primo Ministro, intervistato nel pomeriggio dalla stampa estera. “Le dichiarazioni del presidente Draghi a Washington sono molto vicine alle posizioni che ho tenuto. Sono fiducioso che anche le altre forze politiche e tutto il governo potranno convergere sulla nostra posizione di prudenza”.

Il leader pentastellato ha voluto tenere il punto, come si dice in gergo e ha ribadito come “siamo al terzo decreto per l'invio di armi, adesso però siamo a due mesi e mezzo dal conflitto, credo che ora sia necessario maturare una più elaborata strategia, non solo da parte dell'Italia ma da parte della Ue. Non possiamo avere l'obiettivo di sconfiggere la Russia. È un obiettivo che rischia di rivelarsi molto pericoloso. Non è la corsa al riarmo l'obiettivo a cui dobbiamo lavorare”.

Una posizione, quella dei grillini, che rischia di sollevare nuovamente un vespaio di polemiche e di mandare a casa l'attuale esecutivo. “Mi auguro proprio di no. Queste posizioni qualcuno le legge in modo malizioso, quasi che ci si diverta a creare problemi al governo, ma assolutamente no. Mi auguro che questa nostra posizione possa essere condivisa da tutte le forze che sostengono il governo per dare un mandato politico ancora più forte al governo italiano”.

Conte ha infine parlato della Finlandia e della richiesta di entrare nella Nato. “Bisogna essere molto comprensivi: la Finlandia ha una posizione geografica molto diversa dalla nostra, la loro richiesta va compresa e valutata con attenzione. Credo sia comprensibile e giustificato che la Finlandia, di fronte a uno scenario come questo, voglia sentirsi rassicurata dall'adesione alla Nato”.

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