problema di rappresentatività

Il Pd si schiera contro il presidenzialismo. Emanuele Fiano: “Non è ciò che serve all’Italia, voteremo contro”

Pierpaolo La Rosa

«In Italia, con il taglio dei parlamentari a partire dalla prossima legislatura, abbiamo bisogno di sistemi che aumentino la rappresentatività e che non restringano il potere di alcune decisioni nelle mani di pochi». Ne è convinto il deputato Emanuele Fiano, membro della presidenza del gruppo Pd alla Camera e componente della commissione Affari costituzionali di Montecitorio. In questa intervista, il parlamentare spiega le ragioni della contrarietà del Partito democratico alla proposta di legge costituzionale sul presidenzialismo, a prima firma Giorgia Meloni.

Onorevole Fiano, che cosa non vi piace del provvedimento? 
«Com’è noto, noi abbiamo già bocciato il testo in commissione Affari costituzionali alla Camera. Il Pd è contrario a questa pdl costituzionale. È del tutto legittimo, naturalmente, avere una impostazione istituzionale diversa, ma non pensiamo che il presidenzialismo sia quello che serve al nostro Paese in questo momento di così forte disgregazione o parcellizzazione della rappresentanza politica. Ritengo, semmai, che sarebbe auspicabile una modifica della legge elettorale vigente in senso più proporzionale. Non nascondo di avere appoggiato negli anni scorsi sistemi elettorali maggioritari, ma credo che ora, in questa situazione, noi abbiamo bisogno di una maggiore appunto rappresentanza e non di un restringimento del potere nelle mani di una persona».

  

 

 

Fratelli d’Italia sostiene che con il presidenzialismo si dà più valore al voto degli italiani. È così? 
«Si tratta di una posizione storica di FdI e del centrodestra. Non c’è nulla di nuovo. Vorrei sapere, e lo dico con rispetto, chi di noi negli ultimi 20 anni abbia trovato una formula magica per raggiungere un giusto equilibrio tra rappresentanza, governabilità e stabilità degli esecutivi». 

Sempre FdI è nettamente contraria ad una legge elettorale proporzionale.
«Vorrei fare presenti tre, semplici punti. Il primo è che tutti dicono - da Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni a Liberi e uguali - che l’attuale legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum, non va bene. Il secondo è che proprio per il taglio dei parlamentari che entrerà in vigore nella prossima legislatura, dobbiamo toccare tutte quelle leve che possano incidere sul senso della rappresentanza che il Parlamento trasmette agli italiani. Il terzo punto è che purtroppo i sistemi maggioritari che hanno sostenuto i governi Prodi o Berlusconi, o quello di questa legislatura, hanno dimostrato una fortissima labilità. Dal 2018 fino ad oggi abbiamo avuto tre esecutivi di segno completamente diverso, composti da forze politiche che si erano avversate durante le elezioni. La famosa formula, secondo cui il maggioritario garantisce esecutivi stabili, non ha funzionato».

Quali sono i pregi di un sistema elettorale proporzionale? 
«Crediamo che una correzione in senso proporzionale al sistema indotto dal taglio dei parlamentari possa produrre una maggiore rappresentatività e permettere a ciascun partito di presentarsi alle prossime elezioni con la propria identità».