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Lezioni di enologia e sentimenti. I mille Ddl assurdi del Parlamento: tutte le proposte pazze

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Domenico Alcamo
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Uno pensa al processo di legislazione e lo ricollega a percorsi a ostacoli di commi e formule astruse. È vero, ma solo in parte. Sì, perché l’attività del Parlamento è mossa anche da impulsi umani, retaggi culturali e sensibilità territoriali. Con qualche sfumatura di ideologia e propaganda, a volte. E nascono, quindi, proposte suggestive, per non dire bizzare. Fa parte del paesaggio parlamentare, e va detto che questa legislatura presenta proposte pirotecniche più sobrie nel numero e negli obiettivi. Rispetto, ad esempio, agli anni in cui veniva prestata una proposta sull’istituzione del principato di Salerno o altre astrusità. In ogni caso l’elenco dei virtuisismi non manca. Uno dei settori in cui la creatività di deputati e senatori si esibisce è quello della scuola. E allora troviamo una proposta per «l’introduzione dell’insegnamento dell’educazione sentimentale nelle scuole nel primo e nel secondo ciclo di istruzione», a firma Nicola Fratoianni, di Leu. La dimensione, diciamo così, emotiva dell’insegnamento è alquanto sentita tra i nostri legislatori. Così Mario Alejandro Borghese (gruppo Misto) propone «l’insegnamento dell’educazione comportamentale ed emozionale nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado». Maria Teresa Bellucci, di Fratelli d’Italia, mette in campo «l’insegnamento sperimentale dell’educazione all’intelligenza emotiva nelle scuole di ogni ordine e grado». Enza Bruno Bossio, invece avanza «l’educazione di genere».

C’è anche chi esce dall’immateriale. È il caso di Dario Stefano del Pd; anche lui propone una nuova materia: «storia e civiltà del vino». Sempre sulla scuola, esiste una certa premura per i libri di testo. Così, Luca Toccalini della Lega anela all’«introduzione dell’insegnamento dei testi di Oriana Fallaci nell’attività didattica delle scuole di ogni ordine e grado». Senza nulla togliere all’importanza dell’indimenticabile giornalista e scrittrice, ma in una scuola dove lo svilimento dei grandi classici, Dante innanzitutto, ha fatto da padrone negli ultimi anni, forse c’è da riconcentrarsi su quel che abbiamo perduto. Alessandro Fusacchia del misto, invece, va su uno dei valori tipici del politicamente corretto, e propone la «promozione della diversità e dell’inclusione nei libri scolastici nonché l’istituzione di un osservatorio nazionale». Andando a leggere gli articoli, si rimane un po’ sconcertati. L’osservatorio si dovrebbe occupare della ricognizione dei libri di testo scolastici e poi emettere un parere se quel libro risponda o meno ai criteri di «diversità ed inclusione». Da lì, se il parere è favorevole, «al libro di testo scolastico è assegnato un riconoscimento positivo (…) che l’editore può apporre sul libro di testo». Insomma, una specie di bollino. Non siamo alla polizia ideologica, ma poco ci manca.

 

 

Spostandoci dalla scuola, ma rimanendo in tema istituzionale. Ribollono le richieste di istituzioni di nuovi ministeri. Paolo Russo, di Forza Italia, vorrebbe il «Ministero del Cibo». Dario Bond, altro azzurro, quello per «l’agroalimentare e la tutela della cultura alimentare italiana». Vittorio Sgarbi, gruppo misto, quello della Bellezza. Al capitolo nuovi media, poi, risalta la proposta di Maturi della Lega, per il il riconoscimento dell'attività di ambasciatore digitale. Trattasi di colui, o colei che , si legge nel testo, «svolge un’attività imprenditoriale nell’ambito dell’economia digitale e diffonde, all’interno delle piattaforme digitali, messaggi promozionali per conto di altre imprese, influenzando la comunità degli utenti». In pratica, l’influencer o lo youtuber.

 

 

C’è anche chi vorrebbe porre mano alla Costituzione, ovviamente. È il deputato di Italia Viva Massimo Ungaro, che propone all’articolo 3, quello che garantisce l’uguaglianza davanti alla legge «senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione…» la soppressione della parola «razza», in quanto “il concetto di "razza" è risultato essere non appropriato a descrivere la diversità biologica all’interno della nostra specie». Sempre lo stesso Ungaro vorrebbe una commissione di inchiesta che si occupi delle «questioni concernenti il processo di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea». Anche questo è un tema assai gettonato. Flora Frate, del misto, ne vorrebbe una sugli esclusi dalla didattica a distanza. Altro tema, poi, lo sport. Qui spicca la proposta dell’Udc De Poli, «Disposizioni per la valorizzazione delle tifoserie e la partecipazione delle famiglie alle manifestazioni sportive del calcio». Nel testo si propone l’istituzione di una «Carta dei diritti e dei doveri del tifoso». Intento nobile, per carità, ma si sa le innumerevoli «carte» sugli argomenti più disparati poi che fine fanno.

 

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