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Giuseppe Conte avverte Mario Draghi: niente fiducia sugli inceneritori e no allo stop sul Superbonus

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Niente fiducia sulla norma per gli inceneritori e non bloccare il superbonus del 110% per l’edilizia. Il presidente del M5S Giuseppe Conte lancia avvisi precisi al premier Mario Draghi, tenendo alta la tensione con il Governo. Ai cinque stelle – già ‘scottati’ dall’approvazione dall’articolo del Dl aiuti che apre la strada per realizzare un inceneritore a Roma - non sono andate giù le parole pronunciate ieri dal presidente del Consiglio al Parlamento europeo: “Non siamo d’accordo sul Superbonus”. Per questo oggi il leader pentastellato durante una lunga conferenza stampa, la prima nella nuova sede di Campo Marzio, punta a mettere le cose in chiaro: anzitutto la norma sugli inceneritori “non può coniugarsi alla fiducia e su quella norma non può neppure lontanamente calare il concetto di fiducia. La fiducia la chiediamo noi, fiducia e rispetto per i cittadini”, avverte Conte, spostandosi poi sul superbonus. “Ci chiediamo quale sia il Draghi prevalente: il Draghi che nel Consiglio dei ministri approva la norma che proroga il Superbonus o quello che il giorno dopo va al Parlamento europeo a parlare male di una misura che gli ha consentito di andare in giro per l'Europa a fregiarsi di un aumento del Pil del 6,6%. Lo trovo un po’ contraddittorio”, dice, alimentando un sospetto: "Inizio a pensare che qualcuno voglia spingere il M5S fuori dal Governo. E se è così ce lo dicano chiaramente”. Da palazzo Chigi, tuttavia, nessun commento l'attegiamento è Zen, riferiscono. Il premier va dritto sulla sua strada seguendo il mantra del 'questo governo deve fare', quindi non ha nessuna intenzione di alimentare polemiche.

 

 

Un altro sospetto è che quella di Draghi, ieri, sia stata una ‘rappresaglia’ per l’insistenza con cui il presidente dei cinque stelle sta chiedendo che il premier riferisca in aula sull’Ucraina. Ma se così fosse “sarebbe grave”, commenta Conte interpellato in merito, anche perché sarebbe “una rappresaglia di fronte a una richiesta legittima: quella per cui un primo ministro vada in Parlamento a riferire e spiegare ai cittadini quale posizione ha l’Italia ai tavoli internazionali”. L’avvocato pentastellato, tra l’altro, precisa che “non stiamo chiedendo” a Draghi “di portarci la lista della armi e approvarla una per una”. Ma “l'obiettivo non può essere sconfiggere la Russia, chi sta abbracciando questo obiettivo sta sbagliando e se lo sta facendo anche l'Italia questo sbaglio va corretto”, continua, ribadendo che “anche il Parlamento ha la possibilità di esprimere atti di indirizzo politico. Valuteremo insieme, anche con le altre forze politiche, la modalità migliore e lo strumento migliore affinché il Parlamento possa dare il suo contributo all’indirizzo politico del Governo”.

 

 

Al fianco di Draghi si schiera il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, per il quale “abbiamo bisogno di un meccanismo più efficiente e un po' meno costoso per le casse pubbliche", mentre insorgono i cinque stelle: “Ferma condanna” alle parole di Draghi arrivano dall’europarlamentare Fabio Massimo Castaldo, che ricorda come la Commissione Ue abbia “riconosciuto il superecobonus come un'ottima pratica da esportare anche in altri Stati membri e l'ha inserito nella sua politica di efficientamento degli edifici nell'Unione". Il blog M5S pubblica la lettera scritta dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, al presidente del Consiglio, in cui “si complimenta con Draghi per la proroga del Superbonus”. E infine il coordinatore pentastellato per la transizione digitale, Luca Carabetta, ricorda che “la misura del Superbonus “viene sostenuta da tutto l’arco politico. Perché quindi un governo dovrebbe dirsi contrario se - nei fatti - la maggioranza che lo compone è favorevole?”.

 

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