Energia, sicurezza e Ucraina, la strategia di Draghi al Parlamento europeo
Energia, sicurezza, federalismo pragmatico. il presidente Mario Draghi parla al Parlamento europeo di Strasburgo. E punta sull'appoggio all'Ucraina contro l'aggressione della Russia. «Dagli eventi tragici di questi anni» occorre «trarre la forza di fare un passo avanti che permetta di trovare soluzioni tempestive ai problemi dei cittadini». «Allora potremo consegnare loro un’Europa in cui potranno riconoscersi con orgoglio», dice Draghi.
Poi il premier ha fatto riferimento alla pandemia e alla necessità di misure condivise a livello continentale: «La pandemia e la guerra hanno chiamato le istituzioni europee a responsabilità mai assunte fino ad ora». Così il premier Mario Draghi al Parlamento europeo. «Il quadro geopolitico è in rapida e profonda trasformazione. Dobbiamo muoverci con la massima celerità. E dobbiamo assicurarci che la gestione delle crisi che viviamo non ci porti al punto di partenza, ma permetta una transizione verso un modello economico e sociale più giusto e più sostenibile», afferma il premier.
«L’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia ha rimesso in discussione la più grande conquista dell’Unione europea: la pace nel nostro Continente. Una pace basata sul rispetto dei confini territoriali, dello Stato di diritto, della sovranità democratica; sull’utilizzo della diplomazia come mezzo di risoluzione delle controversie tra Stati; sul rispetto dei diritti umani, oltraggiati a Mariupol, a Bucha, e in tutti i luoghi in cui si è scatenata la violenza dell’esercito russo nei confronti di civili inermi. Dobbiamo sostenere l’Ucraina, il suo governo e il suo popolo, come il presidente Zelensky ha chiesto e continua a chiedere di fare. In una guerra di aggressione non può esistere alcuna equivalenza tra chi invade e chi resiste». Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, parlando al Parlamento europeo. «Vogliamo che l’Ucraina -ha aggiunto- resti un Paese libero, democratico, sovrano. Proteggere l’Ucraina vuol dire proteggere noi stessi e il progetto di sicurezza e democrazia che abbiamo costruito insieme negli ultimi settant’anni».