polemica
Quarta Repubblica, su Bucha Toni Capuozzo dà ragione a Lavrov
Continua la polemica sull’intervista fatta da Giuseppe Brindisi al ministro degli Esteri russo Lavrov, andata in onda durante la trasmissione Zona Bianca su Rete4. Tra i tanti temi affrontati, Lavrov si è soffermato anche a commentare il "massacro" di Bucha in Ucraina.
Secondo Toni Capuozzo, ospite in studio durante la puntata di lunedì 2 maggio di Quarta Repubblica, il programma di approfondimento politico in onda in prima serata su Rete 4, è lecito sospettare che i corpi di Bucha siano il “frutto maledetto” di un’operazione speciale della polizia ucraina. “Il calendario parla chiaro – spiega il giornalista - Il 30 i russi si ritirano e abbandonano Bucha. Il primo arriva una squadra speciale della polizia chiamato "Safari" per bonificare gli ordigni inesplosi, dare la caccia ai sabotatori e punire i collaborazionisti. Il 2 cominciano ad esserci le prime immagini dei morti per strada.” Il dubbio di Capuozzo non riguarda le fosse comuni, dove sono stati sepolti i morti nell’arco di un mese, ma piuttosto i copri trovati per strada che, secondo le foto satellitari divulgate, sarebbero stati lì per almeno due settimane. Viene sottolineato, sia da Capuozzo sia dal conduttore Nicola Porro, che questi crimini commessi dalla polizia ucraina andrebbero ad aggiungersi agli innegabili crimini commessi dai russi, che non sono giustificati come non lo sono i primi.
Altro ospite in studio durante la trasmissione è Paolo Mieli, che commenta: “Il fatto che Lavrov abbia deciso di tornare su quel discorso, che ormai appartiene ad una fase precedente, costituisce la prova del fatto che voleva dare un attestato di fedeltà a Putin – afferma il giornalista e storico -. Non dimentichiamoci che quei militari che hanno fatto Bucha, Putin li ha chiamati, premiati e decorati. Per la Russia quelli sono eroi.” Secondo Mieli, la ricostruzione è convincente ma preferisce confidare nella raccolta delle prove e nell’analisi degli osservatori internazionali mandati da enti esterni sul territorio per scoprire la verità sui fatti.