I dati sul Pil non spaventano Renato Brunetta: “L'economia italiana tiene, no ai catastrofismi”
Renato Brunetta non è preccupato per l'impatto della guerra e del Covid sull'economia dell'Italia. Il ministro della Pubblica amministrazione ha pubblicato una nota su Instagram per infondere fiducia ai cittadini del nostro Paese: "L’economia italiana, nonostante nel primo trimestre del 2022 segni un Pil pari a -0,2%, tiene. Pesa, su questo dato, il mese di gennaio, che ha richiesto misure per il contenimento della diffusione del virus, così come hanno impattato negativamente sulla produzione e sui consumi, in particolare di servizi, lo scoppio della guerra in Ucraina e il forte aumento dell’inflazione, soprattutto da beni energetici. In questo scenario difficile, le nostre imprese si sono mostrate molto più resilienti delle attese. Certamente, la decrescita del Pil pari al -0,2% su base trimestrale registrata oggi dall’Istat può essere considerata con cauto ottimismo, viste le poco rosee previsioni elaborate dal Tesoro nel Def di inizio aprile (-0,5% di crescita del Pil nel primo trimestre). Un segnale incoraggiante anche per i trimestri successivi, i quali potrebbero segnare una crescita superiore a quella stimata sempre nel Def".
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"Abbiamo - prosegue Brunetta - dei dati concreti che ci dimostrano come la situazione economica non sia quella di un Paese che naviga nelle acque della recessione. Innanzitutto, la produzione industriale, che dopo il -3,4% di gennaio, mese che ha sofferto gli effetti delle misure restrittive anti-Covid, a febbraio è subito rimbalzata del +4%, a riprova del fatto che i prodotti italiani hanno un forte mercato. E, infatti, nel trimestre dicembre 2021-febbraio 2022, l’export è cresciuto del +5,8% rispetto al trimestre precedente e, nello scorso mese di febbraio, è cresciuto su base annua del +22,7%, registrando un forte aumento delle vendite sia verso l’area Ue (+24%) sia verso i mercati extra Ue (+21,1%). Infine, il settore del turismo sta vivendo un vero e proprio boom di presenze nelle principali città d’arte. Basta fare un giro per le principali piazze italiane per accorgersi che negli hotel, nei bar e nei ristoranti c’è il tutto esaurito. Elementi per essere cautamente ottimisti, quindi, ci sono. Il rischio è, invece, quello di non vederli o di non volerli vedere. Per il principio economico delle profezie autoavveranti, questo è - sottolinea il ministro Brunetta - un atteggiamento che l’Italia non si può proprio permettere".