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Guerra Ucraina, governo in confusione sulle armi. Cosa sta facendo Draghi: la rincorsa segreta agli armamenti

Andrea Sperelli
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Draghi continua a voler mandare le armi a Kiev ma vuole farlo pure in gran segreto. Un Governo che espone il proprio popolo a rischi bellici abnormi e non ha neppure il coraggio di renderlo noto.

Ieri il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) ha deciso di condividere la richiesta del ministro della Difesa Lorenzo Guerini e porre il segreto sul decreto del Governo per l'invio di armi. Il motivo non è chiaro ma i rischi ai quali questa decisione espone il Paese sono evidenti e uno è il più preoccupante: lasciare a Putin la libertà di immaginare chissà quali armamenti l'Italia sta inviando a Kiev. Mosca ha mostrato chiaramente di non farsi intimorire, all'Inghilterra che addirittura sprona Kiev ad attaccare oltre il confine russo ha ribattuto senza troppi giri di parole che impiegherebbe qualche ora a radere al suolo Londra.

Il nostro presidente del Consiglio cosa sta facendo? In base a quale mandato insiste in questa rincorsa agli armamenti da inviare in Ucraina? Le azioni confermano quanto già scritto settimane fa: la sua intenzione di lasciare Palazzo Chigi per accomodarsi alla Nato. Non appare un caso dunque questo iperattivismo sulla scia di Biden e degli Stati Uniti. Ma noi siamo l'Italia e siamo in Europa e dovremo trovare e rivendicare con forza la nostra autonomia da entrambi le potenze che si stanno scontrando: Usa e Russia. Perché è ormai è evidente a tutti - e non servono le rivelazioni della stampa internazionale pubblicate ieri sul coinvolgimento della Cia nel di Zelensky - quanto sia in atto un conflitto alimentato da Biden (che proprio ieri ha chiesto al Congresso di stanziare altri 33 miliardi di dollari per finanziare le armi da inviare a Kiev) e Putin.

Gli ucraini sono vittime inconsapevoli di questo scontro. Draghi ha deciso in autonomia di schierarci dunque al fianco di Biden? Rinneghiamo la Russia di Putin certamente ma rinneghiamo anche l'Europa? E ha scelto da solo? Vogliamo aiutare il popolo ucraino? Perfetto. Inviamo medici, servizi sanitari, aiuti alimentari, economici. Aiutiamoli esprimendo la nostra miglior pecularietà: la solidarietà. Non le armi. Basta.

Se Draghi vuole fare la guerra vada lui ma non esponga un intero Paese - che fra l'altro sarebbe incapace di difendersi - a rischi così abnormi. E abbia almeno il coraggio di rendere noto come stiamo aiutando Biden, non Zelensky. Porre il segreto su un decreto simile e che a farlo sia un Governo nato esclusivamente per far fronte all'emergenza Covid è inammissibile. Si nasconde ciò di cui ci si vergogna non ciò che si ritiene doveroso e necessario. E le armi non sono né doverose né necessarie.

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