Convention di Fratelli d'Italia, il capogruppo Francesco Lollobrigida: "Tempo scaduto, a Milano per rilanciare l'Italia"
Il governo Draghi è stato «mediocre». Per risollevare l'Italia occorre «liberare» le sue «energie». E solo Fratelli d'Italia, con Giorgia Meloni alla guida, può farlo. A spiegare perché e come, in questa intervista a Il Tempo, è Francesco Lollobrigida, capogruppo FdI alla Camera, alla vigilia dell conferenza programmatica che si terrà da oggi a domenica al MiCo di Milano.
Onorevole Lollobrigida, oggi si apre la conferenza programmatica a milano nel corso della quale fratelli d'italia presenterà le proprie proposte di governo. un appuntamento molto atteso. Cosa vuol dire programma di governo di centrodestra? Può anticipare qualche proposta?
«Il popolo del centrodestra attende da tempo un quadro chiaro di quella che potrebbe essere la strategia per proiettare nel futuro la nazione, e l'evento di Milano segna per Fratelli d'Italia un ulteriore passaggio di centralità nella costruzione di un'alleanza politica alternativa ai progressisti, basata sulla volontà di "liberare l'energia dell'Italia".
Una nazione troppo a lungo privata di una reale e concreta programmazione, che ha grandi potenzialità finora mal sfruttate e che ora occorre utilizzare al meglio. In questa tre giorni, che rappresenta solo l'inizio di un percorso più ampio e articolato, approfondiremo le parole d'ordine "indipendenza", "libertà", "crescita" insieme con i tantissimi delegati, gli amministratori locali ma anche con persone esterne al nostro partito che vogliano contribuire a questo percorso di rilancio della nazione. Saranno firme prestigiose che corroboreranno il progetto di giorgia meloni: dal magistrato Nordio al professor Tremonti, dal presidente emerito del senato pera al sociologo Alberoni, all'amministratore delegato di Terna Donnarumma e tante altre illustri personalità. Ci saranno numerosi tavoli tematici di approfondimento politico, economico, sociale e culturale. Il 1° maggio, giornata in cui il presidente Meloni terrà la sua relazione conclusiva, ci sarà anche un concerto per il lavoro non tutelato dell'orchestra "virtuosi italiani" diretta dal direttore d'orchestra Beatrice Venezi».
I commentatori di sinistra sostengono che non avendo appoggiato mario draghi non potete governare. non le sembra paradossale?
«Credo esattamente il contrario: non aver aderito al governo Draghi rende ancor più credibile la proposta incarnata da Giorgia Meloni e da Fratelli d'Italia. ognuno ha le proprie opinioni, ci mancherebbe, ma quelle dei commentatori di sinistra che s'affrettano a dar giudizi e consigli all'area politica e culturale opposta, per quanto ci riguarda hanno davvero poco peso. La scelta di non sostenere Mario Draghi, che al di là delle qualità personali ha fallito proprio nell'obiettivo principale di restituire autorevolezza alla nazione, si è dimostrata giusta prima di tutto perché Fratelli d'Italia ha ancora una volta mantenuto gli impegni assunti con i propri elettori, e in secondo luogo, con il senno del poi, anche per l'evidente incapacità di questo esecutivo di cambiare passo come invece gli ottimisti avevano prefigurato. Resta un governo imposto senza consenso popolare, formato da forze politiche che hanno interessi e programmi divergenti. Un governo che prima andrà a casa e meglio sarà per gli italiani».
Il vostro è un programma di centrodestra, ma, finora, non condiviso con gli alleati. come avverrà - se avverrà - la sintesi con Lega, Forza Italia e centristi?
«I programmi di governo si scrivono insieme quando si costruisce un'alleanza. Fratelli d'Italia non ha intenzione però di perdere tempo, per questo rendiamo pubbliche oggi le nostre proposte e le costruiamo con tutti coloro che ci stanno. Ribadisco: non abbiamo tempo da perdere né voglia di attendere che i nostri potenziali alleati esauriscano le esperienze di governo con il partito democratico e con il Movimento 5 Stelle. Ogni giorno perso per l'Italia è un danno del quale non vogliamo essere responsabili».
A proposito, siete ancora alleati? Le incomprensioni per la rielezione di Mattarella non sono mai rientrate. E anche dopo gli incidenti parlamentari non sono mancati. L'unità della coalizione è recuperabile?
«È molto semplice: le coalizioni si costruiscono sugli obiettivi comuni e sui percorsi che si intende intraprendere insieme. Fratelli d'Italia ha posto dei paletti. sono la garanzia dell'alternativa ai progressisti, sia durante le elezioni che successivamente. Diremo quali sono le priorità programmatiche che riteniamo strategiche per la nazione, su questa base costruiremo, o consolideremo, un'alleanza che a livello regionale e comunale resta forte proprio quando garantisce alternativa ai progressisti e buon governo».
Il caso Sicilia riguarda più l'incapacità del centrodestra di trovare candidati a livello locale o più i rapporti tra partiti?
«Quello che viene definito il "caso Sicilia" è difficile da spiegare, perché a ciel sereno una parte dei nostri alleati, che attualmente partecipano attivamente con assessori e altri ruoli istituzionali al governo della Sicilia, hanno messo in discussione il presidente uscente senza dare una sola spiegazione di natura politica. e questo ci preoccupa molto, in particolare in quella Regione. Per tutti Nello Musumeci è un uomo onesto, non vorremmo che per alcuni fosse esattamente questo il problema. Per il resto, Fratelli d'Italia si è sempre messo a disposizione per ragionare insieme sulle scelte migliori proprio per garantire il buon governo ai cittadini. Lo sta facendo anche ora, senza pretese particolari e senza cedimenti sul piano della lealtà e dei valori. A Palermo la nostra candidata, on. Carolina Varchi, ieri ha con grande responsabilità e amore per la sua città ritirato la propria candidatura chiedendo al centrodestra di cercare l'unità necessaria a battere la sinistra. Sosterremo il professor Roberto Lagalla, che può certamente rappresentare un'ottima e autorevole sintesi rispetto ai candidati marcatamente di sinistra».
Insisterete a chiedere il patto anti-inciucio a Lega e FI?
«Direi che per noi è un fatto scontato e che ribadiremo in ogni sede: ci si allea sulla base della volontà, che dovrebbe essere ovvia, di mantenere gli impegni assunti con gli elettori. Se in campagna elettorale si è alternativi al Pd e al M5S, non c'è alcuna ragione che giustifichi un'alleanza con loro il giorno dopo il voto».
Salvini insiste su «Prima l'Italia» con l'obiettivo di fare successivamente una Federazione. Tutto ciò solo per provare a impedire a Giorgia Meloni di diventare premier? E come si risolve il problema della leadership: esclude le primarie?
«Qualsiasi suggestione o idea mettano in campo i nostri alleati, noi auspichiamo funzioni e permetta loro di raccogliere il consenso che meritano. Auspichiamo però che la strategia comune sia quella di battere la sinistra e non, invece, ragionare esclusivamente nel tentativo di trasformare una sana competizione interna all'alleanza in un obiettivo deprecabile, che sarebbe addirittura quello di preferire una sconfitta alle elezioni rispetto a un possibile vantaggio di FdI».
Sulla giustizia non avete le stesse posizioni di Lega e FI e non sosterrete tutti e cinque i referendum. Ma su Ucraina, difesa, tasse, presidenzialismo (eccezion fatta per l'incidente in Commissione alla Camera), i programmi sono molto simili. Possibile che non riusciate a ritrovare un filo di dialogo, considerando che i sondaggi danno il centrodestra al 47%?
«Il centrodestra è unito da quasi trent'anni, è evidente che su moltissimi temi abbiamo idee comuni, rintracciabili nei programmi che avevamo presentato agli italiani e che ci hanno permesso di ottenere grandi consensi nel tempo e, oggi, di raggiungere almeno nei sondaggi le percentuali a cui lei fa riferimento. Tuttavia, il problema attuale è che i nostri potenziali alleati sono al governo con quelle forze che hanno impedito in questi annidi realizzare proprio quei punti programmatici, e che ancora in Parlamento riescono a imporre provvedimenti normativi diametralmente opposti a quelli che il centrodestra si pone; dall'immigrazione alle tasse, dalla difesa del reddito di cittadinanza alla limitazione delle libertà. Riescono a farlo da ruoli e incarichi garantiti da una maggioranza della quale i nostri alleati fanno parte. Per noi di Fratelli d'Italia, invece, sostenere qualsiasi provvedimento che si muova nel segno dei punti di programma comuni, non solo non è stato mai un problema, ma è un fatto del tutto naturale. Lo abbiamo dimostrato sul catasto, sul diritto alla vita come su tanti altri provvedimenti. Senza guardare al tornaconto di partito, ma all'interesse degli italiani».
A proposito del catasto, ieri FI e Lega hanno spiegato, al termine dell'ennesimo vertice, che l'intesa col governo è vicina, assicurando però che non verranno introdotte nuove tasse.
«Apprendiamo sempre con grande entusiasmo quando da FI e Lega emergono posizini coerenti con il comune programma sul quale ottenemmo consensi come centrodestra. Vogliamo anche essere ottimisti sul fatto che questa volta seguano atti concreti, che confermino la volontà di impedire che il governo Draghi, fino ad ora egemonizzato da Pd e M5S, modifichi radicalmente alcune proposte. Come FdI sostiene dall'inizio il provvedimento sul catasto nasconde la volontà di tassare la proprietà. Per fortuna anche chi lo ha condiviso in Cdm oggi si dichiara pronto a fare di tutto per modificarlo».
Siete l'unico partito di opposizione: oggettivamente il governo Draghi ha giovato a Fratelli d'Italia. E all'Italia? Salva qualcosa di questo governo?
«Il problema non è Draghi, che comunque nessuno ha votato, ma le forze politiche di maggioranza che lo sostengono e che hanno programmi alternativi. Se i risultati del primo anno sono stati tra il mediocre e l'impercettibile, le cose non potranno che peggiorare con l'avvicinarsi della campagna elettorale, in prossimità della quale ogni forza politica esalterà le proprie priorità, creando ulteriori divisioni e fibrillazioni che faranno perdere tempo alla Nazione».
Sul Covid, in particolare sul green pass, la Lega la pensava come voi, FI molto meno. Il cosiddetto centrodestra di governo peraltro risulta spaccato tra chi, sia nella Lega che in FI, vorrebbe il proporzionale per riproporre Draghi premier anche nel 2023, e chi invece guarda al centrodestra unito. Senza Draghi crede che la coalizione abbia meno problemi? O c'è una vocazione al tradimento, considerato anche il governo gialloverde?
«È legittimo che all'interno di una coalizione ci siano differenze, altrimenti come minimo saremmo un unico partito. Queste differenze, però, a nostro avviso non possono interessare temi, materie e valori che riteniamo fondamentali. Ripeto: l'alternativa dell'area di centrodestra ai progressisti è un fatto naturale, ovvio, banale, che esiste in tutte le democrazie europee e mondiali compiute e che noi riteniamo essere elemento imprescindibile perché frutto di idee, programmi e valori che da sempre ci distinguono dal campo progressista. Tengo in particolare a sottolineare come l'azione di Giorgia Meloni - che ricordiamo essere il presidente di Ecr party, i Conservatori europei - e l'azione di Fratelli d'Italia nel quadro politico mondiale si caratterizzino sempre più a rappresentare una forza conservatrice nel significato più alto del termine. Parafrasando Prezzolini, "il Vero Conservatore si guarderà bene dal confondersi con i reazionari, i retrogradi, i tradizionalisti, i nostalgici; perché il Vero Conservatore intende «continuare mantenendo», e non tornare indietro e rifare esperienze fallite. Il Vero Conservatore sa che a problemi nuovi occorrono risposte nuove, ispirate a principii permanenti".
Tornando alla sua domanda, per quanto riguarda la legge elettorale Fratelli d'Italia ne vorrebbe una che dia la possibilità ai cittadini di sapere che il loro voto conta, e che il giorno in cui si esprimono nelle urne, le loro indicazioni corrispondono al fermo impegno che le forze politiche assumono di fare esattamente quello che viene loro indicato».