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Arriva il galateo del Senato. Approvato il codice deontologico: mai più regali e risse

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Tommaso Carta
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Fette di mortadella, risse, ferimenti. E ancora: cartelli offensivi, occupazioni, occupazione dei banchi del governo, sputi. In questi ultimi anni in Parlamento si è visto veramente di tutto. Al punto da dubitare che il «popolo» degli eletti sia realmente migliore degli elettori che dovrebbe rappresentare. Ora, però, almeno al Senato si cerca in qualche modo di arginare il malcostume della politica. Stando a quanto riferisce l'Agi, l'ufficio di presidenza di Palazzo Madama ha ieri approvato il nuovo «codice deontologico» dei senatori. Che, sostanzialmente, mette in fila una serie di buone pratiche che dovrebbero scongiurare in futuro gli episodi più incresciosi visti in Aula. Dovrebbero - il condizionale è d'obbligo - perché anche adesso non sarebbero permessi spintoni e insulti. Ma, forse, un ulteriore sistema di regole dissuasive dovrebbe migliorare la situazione.

 

 

Si parte dalle regole di «bon ton». «I senatori, nell'espletamento del loro mandato, devono garantire che i propri comportamenti non siano contrari al buon costume e lesivi del prestigio del Senato» si legge nel documento. E non finisce qui: «I senatori della Repubblica verificano che il valore dei doni accettati sia conforme alle consuetudini di cortesia». Insomma, i regali accettati siano parchi. Un segnalibro magari sì. Un quadro del Seicento... meglio evitare. Si passa poi al divieto di «mail fuori contesto»: l'utilizzo della posta elettronica durante la funzione di senatore «deve essere circoscritto al mandato degli eletti e deve essere soggetto al rispetto della disciplina già deliberata nel 2008». Infine l'istituzionalizzazione del registro per i lobbisti che intendono rappresentare al Senato interessi di categoria. Un modo per adeguarsi al principio della trasparenza. Ora le regole ci sono. E la volontà di rispettarle?

 

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