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Scatta «l'operazione termostato». Mai sotto 25 gradi negli uffici pubblici

Angela Barbieri
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È stata ribattezzata «operazione termostato». È l’ultima misura del governo per fronteggiare l’emergenza energetica. Mentre Draghi cerca di diversificare le forniture di gas, per non dipendere più dalla Russia, il «decreto bollette», convertito in legge proprio ieri dal Senato, introduce novità importanti. Negli uffici dei ministeri, negli enti locali e nelle scuole, la temperatura dei condizionatori non potrà essere inferiore a 27 gradi, con un margine di tolleranza di due gradi. In pratica, gli uffici pubblici non potranno mai avere una temperatura più bassa di 25 gradi. Questa norma varrà fino al 31 marzo 2023. D’inverno, infatti, il termosifone non potrà far arrivare la temperatura sopra i 19 gradi. L’operazione per il risparmio energetico al momento tieni fuori le abitazioni private, così come gli ospedali e le case di cura. Il testo del decreto prevede anche l’azzeramento degli oneri di sistema per il secondo trimestre 2022, al fine di ridurre gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico: la norma vale per tutte le utenze domestiche e non domestiche in bassa tensione, per altri usi, con potenza disponibile fino a 16,5 kw; utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kw, anche connesse in media e alta/altissima tensione o per usi di illuminazione pubblica o di ricarica di veicoli elettrici in luoghi accessibili al pubblico.

 

 

La legge dispone anche la riduzione dell’Iva e degli oneri generali nel settore del gas, con applicazione dell’aliquota del 5% in relazione alle somministrazioni di gas metano usato per combustione per usi civili e industriali dei mesi di aprile, maggio e giugno 2022. Previsto poi un rafforzamento del bonus sociale elettrico e gas, con tariffe agevolate riconosciute ai clienti domestici economicamente svantaggiati e ai clienti domestici in gravi condizioni di salute e la compensazione per la fornitura di gas naturale. Il Parlamento ha inserito nel decreto anche la previsione dell’adozione di una «strategia nazionale» contro la povertà energetica, incaricata di fissare obiettivi indicativi periodici, al fine di elaborare, a livello nazionale, misure strutturali e di lungo periodo e integrare tutte le azioni in corso e quelle programmate nelle diverse politiche pubbliche per contrastare in modo omogeneo ed efficace il fenomeno. Il decreto riconosce infine un contributo straordinario sotto forma di credito d’imposta a favore delle imprese energivore, pari al 20% delle spese sostenute, e delle imprese a forte consumo di gas naturale, pari al 15%.

 

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