Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Porta a Porta, Matteo Renzi attacca Conte: "Ha mentito al Copasir". Il Russiagate si abbatte sul M5S

  • a
  • a
  • a

Il ritorno sulla scena del cosiddetto "Russiagate" accende lo scontro tra due ex premier, Giuseppe Conte e Matteo Renzi, che si sfidano a vicenda per un ritorno in Copasir al fine di chiarire la vicenda. A innescare la contesa è stato il quotidiano "Repubblica" che ha ricostruito nuovi sviluppi della missione della delegazione Usa in Italia quando l'esecutivo era guidato dal presidente del M5S. Missione che doveva servire ad acquisire informazioni su presunte responsabilità del Governo Renzi nel Russiagate, il complotto che sarebbe stato orchestrato da Mosca per influenzare le presidenziali americane del 2016 e impedire l'elezione di Trump a favore di Hillary Clinton.

Il quotidiano rivela di una cena tra l'allora segretario alla Giustizia di Washington, Bill Barr, e Gennaro Vecchione, ai tempi capo del Dis. Una cena di cui Conte - che invece ha sempre ammesso la riunione "ufficiale" e autorizzata tra i due nella sede dell'intelligence a Roma - non ha mai riferito in passato al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.

"L'unica cosa vera è che Conte ha mentito al Copasir" tuona il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, durante la puntata di "Porta a Porta" in onda mercoledì 20 aprile su Rai 1. Mentre il leader grillino ospite da Lilli Gruber a "Otto e mezzo" prova a difendersi ricostruendo la contorta vicenda che lo ha fatto finire al centro di aspre polemiche, il segretario di Italia lo massacra su Rai 1 da Bruno Vespa.  "Conte deve smettere di dire bugie agli italiani e io prometto di non dire più la verità su di lui" provoca Renzi, sottolineando di "non vedere il motivo" di riferire al Copasir sull'intricata vicenda.

"Conte ha mentito al Copasir e lo ha confessato lui stesso - denuncia Renzi - perché ha detto che non c'erano stati incontri fuori dalle sedi istituzionali e non era vero. Oggi Vecchione spiega che quell'incontro al ristorante era un rinfresco, io che sono di campagna dico che il rinfresco si fa dopo la prima comunione, non dopo un incontro ai Servizi segreti. L'unica cosa vera è che Conte ha mentito al Copasir, dopo di che Conte non fa più danni, è un problema suo. Facciamo un confronto all'americana, non con le domande che prepara Casalino, se Conte vuol venire si fa un dibattito".

La circostanza, esplosa come una bomba sui partiti, viene cavalcata subito dai renziani. Il giorno prima dei dibattiti in tv si abbatte la bufera: il senatore di Iv e segretario dello stesso Comitato, Ernesto Magorno, annuncia: "Chiederò che Giuseppe Conte e Gennaro Vecchione siano nuovamente auditi dal Copasir", perché "i nuovi elementi emersi sulla vicenda 'Russiagate' scattano una fotografia inquietante". Il presidente di Italia Viva, Ettore Rosato, parla invece di "uso dei servizi segreti per fini personali" e di "subalternità imbarazzante alla Russia di Putin" da parte del presidente M5S. Il leader Matteo Renzi si limita invece a bollare come "follia pura" l'idea per cui "Obama ed io che organizziamo una truffa elettorale ai danni di Trump", auspicando "che l'intelligence italiana faccia chiarezza nelle sedi opportune".

A difesa del capo scendono in campo i parlamentari 5 stelle che siedono in Copasir, secondo i quali "il presidente Giuseppe Conte ha sempre fornito piena disponibilità a riferire al Comitato con la massima trasparenza", mentre è "utile audire quanto prima tutte le parti chiamate in causa, a partire dal senatore Matteo Renzi". Poi è lo stesso Conte a entrare nel merito della vicenda e a dare la sua ricostruzione dei fatti: "Non ero specificamente a conoscenza" della cena tra Barr e Vecchione, assicura, ribadendo di non aver "mai personalmente incontrato l'allora Attorney General degli Stati Uniti". Afferma non c'è stata alcuna "consegna di documenti" agli americani e sottolinea che "il famoso tweet del presidente Trump, del 27 agosto 2019, quello di apprezzamento per 'Giuseppi', "non ha alcun collegamento con questa vicenda, considerato che la richiesta di Barr risale al giugno precedente" e non è mai stata "oggetto di scambi o confronti tra me e l'allora presidente" Usa.

Infine l'avvocato pentastellato lancia la sfida al leader di Iv: "È possibile che il senatore Renzi non abbia mai sentito il dovere, in tutto questo tempo, di andare a riferire al Copasir su questi suoi sospetti? Perché non va, come sempre ho fatto io, a riferire quel che sa? Cosa teme, di dover poi rispondere alle domande dei componenti del Copasir e di essere obbligato, per legge, a riferire tutta la verità?". La replica di quest'ultimo non tarda ad arrivare. Quanto scritto da Repubblica dimostra che sul Russiagate "o Conte ha mentito al Copasir o Vecchione ha mentito al Copasir o tutti e due hanno mentito agli italiani", accusa Renzi, lanciando l'attacco: "Guarda Giuseppe che io su di te non ho sospetti, io su di te ho delle certezze", tra cui "la prima è che sulla vicenda Trumpgate non ti sei comportato bene, perché un presidente del Consiglio non si comporta così con un Paese straniero soprattutto quando si tratta di andare a indagare sul comportamento dei propri predecessori. Non è così che si fa, è un modo scorretto istituzionalmente".

 

 

Dai blog