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Anpi, bufera per il manifesto del 25 aprile: bandiere ungheresi e dietrofront su guerra e armi. E i partigiani?

Gli eredi dei partigiani ci ricascano. Il manifesto dell'Anpi, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia che non include più combattenti per la resistenza per motivi anagrafici, ha diffuso un manifesto celebrativo per il prossimo 25 aprile, realizzato dall'illustratrice Alice Milani, che ha scatenato un putiferio. Si vedono in un piazzetta di paese giovani e anziani seduti, e disegnata sul terreno la citazione (parziale) dell'articolo 11 della Costituzione: "L'Italia ripudia la guerra". Ai banconi bandiere bianco, rosse e verdi che però sembrano il tricolore dell'Ungheria dal momento che le strisce sono orizzontali. 

 

  

"Un cortocircuito tra storia e cronaca che sembra rimandare più alla recente vittoria elettorale del destrissimo Victor Orban che all'omaggio alle forze che componevano il Comitato di Liberazione Nazionale", fa notare Libero che con un articolo di Giovanni Sallusti parla di una "certificazione di una disfatta simbolica generale, un punto di non ritorno comunicativo per un'associazione che aveva già perso pesantemente credibilità nei giorni scorsi, quando aveva invocato «una commissione d'inchiesta per appurare cosa davvero è avvenuto» a Bucha, di fatto scimmiottando la retorica complottarda putiniana".

 

Tra le critiche mosse all'ennesima gaffe dell'Anpi c'è la citazione parziale della Costituzione, dal momento che l'Italia ripudia sì la guerra, ma "come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". E poi rinnega se stessa: basati pensare che nel 2019, solo due anni fa, il manifesto dell'associazione sempre e per il 25 aprile mostrava i partigiani armi in pugno, senza le quali addio Resistenza al nazifascismo. 

Parla di "Anpi in versione Paperissima" Massimo Donelli sulla Nazione. Gli eredi dei partigiani ripudiano la guerra quando gli pare, il senso. Basti pensare che nel manifesto per il 25 aprile 2022 trascurano il dettaglio che la parola "guerra" "compare cinque volte nelle prime quattro pagine dello statuto Anpi (l'avranno mai letto?)".