la lotta al covid

L'addio commosso di Figliuolo. Ma nell'ultimo giorno da commissario c'è anche una terribile beffa

Il generale Francesco Paolo Figliuolo lascia la struttura commissariale per l'emergenza Covid allo scadere dello stato d'emergenza. In una lunga nota si accomiata dal premier e ripercorre il suo percorso nella lotta alla pandemia. «Ringrazio il Presidente del Consiglio Professor Mario Draghi ed il Ministro della Difesa, Onorevole Lorenzo Guerini, per la fiducia che hanno riposto in me affidandomi l’incarico di Commissario Straordinario all’emergenza COVID19».

  

«Al Capo di Stato Maggiore della Difesa, ai Capi di Stato Maggiore delle Forze Armate ed ai Comandanti Generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza la mia gratitudine più profonda per aver messo a disposizione della Struttura donne e uomini con le competenze necessarie a portare avanti i tanti e diversificati compiti della Struttura, di cui la campagna vaccinale è stato l’aspetto certamente più importante ma non l’unico. Grazie anche al Presidente della Corte dei Conti e all’Avvocato Generale dello Stato per il preziosissimo supporto fornito», aggiunge Figliuolo.

«È stato un lavoro complesso - sottolinea il generale - condotto in virtù dello sforzo di tutto il personale impegnato nella Struttura a cui va la mia gratitudine più profonda, e condotto in piena armonia con i Presidenti delle Regioni e Province autonome, con i quali le interlocuzioni sono state incessanti. Infine, un pensiero particolarmente riconoscente va alla Protezione Civile e al Ministero della Salute, con i rappresentanti dei quali abbiamo trovato da subito interlocutori irrinunciabili, all’interno di una sinergia di altissimo valore istituzionale».

«Grazie davvero a tutti - conclude il generale Figliuolo -, agli operatori sanitari, al mondo del volontariato e soprattutto agli Italiani, perché ho sempre sentito forte il loro sostegno all’azione della Struttura Commissariale".

Tra tanta commozione, anche una piccola beffa per il generale. Tra i traguardi indicati per l'allentamento delle restrizioni, Figliuolo aveva indicato la soglia del 90% dei vaccinati. Ebbene, alla data del suo addio, la percentuale di vaccinati in Italia è dell'89,95%. Un traguardo mancato per qualche migliaio di dosi. Peccato.