equilibrismi grillini
Dimartedì, Giuseppe Conte fa il furbo su spese militari e Ucraina. Scontro con Floris, e spunta Draghi al Quirinale....
“Ho approfittato per riportare al presidente Draghi la preoccupazione del Movimento Cinque Stelle, ma anche di una parte del Paese, per la corsa al riarmo e l’incremento significativo della spesa militare.” Così Giuseppe Conte, due volte presidente del Consiglio e leader, riconfermato proprio ieri, del Movimento Cinque Stelle, ospite di Giovanni Floris a Di Martedì, il talk show politico in onda in prima serata su La7. Durante la puntata di martedì 29 marzo Conte ha risposto alle domande di Floris e, in particolare, ha argomentato a lungo la propria posizione, e quella del Movimento, sul riarmo dell’Ucraina, ormai invasa da diverse settimane dalla Russia di Vladimir Putin.
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L’incremento della spesa militare e il riarmo risponderebbero alla necessità di adempiere ad un impegno Nato ma, secondo Conte, la spesa risulterebbe eccessiva a fronte di altre priorità: “È importante rispettare gli impegni della Nato ma io ho spiegato al premier Draghi che anch'io non ho mai messo in discussione l'impegno per quanto riguarda il tendenziale 2%, come non è stato mai messo in discussione dai premier che mi hanno preceduto, però se noi adesso ci poniamo l’orizzonte del 2024 avremmo un picco notevole. Sono 15 miliardi, e francamente io credo che il Paese abbia altre priorità.”
Una posizione discussa quella del leader pentastellato, che non vuole il riarmo ma si dichiara favorevole ad aiuti economici e umanitari all’Ucraina. Un’ambiguità che, suggerisce Floris, fa traballare il governo quasi fino a cadere se non c’è una maggioranza coesa sul punto. “Il Movimento 5 stelle ha detto anche sì agli aiuti militari, per quanto quest'ultima sia stata una decisione sofferta – sottolinea Conte -. Il decreto sull'Ucraina l'abbiamo votato alla Camera e lo voteremo al Senato, siamo assolutamente a sostegno di questa linea. Stiamo parlando di un'altra prospettiva”.
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Floris pungola Conte, ritornando più volte sulla necessità di essere uniti e compatti in quanto Paese Nato e “non creare problemi”. L’ex presidente del Consiglio sbotta: “Allora forse lei non mi ha seguito, mi sono addirittura premurato di chiamare gli altri leader per premurarmi che ci fosse unità dell'intero Paese a sostegno della linea del governo per quanto riguarda le sanzioni alla Russia e gli aiuti umanitari all'ucraina”. Floris non demorde: “Posso anche esser d’accordo con lei ma il punto di vista non è tanto il suo, quanto quello di Draghi e degli altri Paesi della Nato. Alcuni dicono che forse per farsi notare tira fuori il tema pacifista…”
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Floris, che conduce da casa perché positivo al Covid, lo incalza. "Sa cosa c'è? Ci sono due livelli. Uno è del contenuto, l'altro istituzionale. Draghi è andato al Quirinale, se non c'è una maggioranza coesa rischia di cadere il governo. Sono giuste forse agli occhi di molti, quelli che hanno votato il M5s e anche di più, le sue considerazioni, però ce n'è una forse più pregnante. C'è un Paese coinvolto, in parte anche indirettamente, in una guerra e che rischia di vedere cadere il governo guidato dall'ex presidente della Banca centrale europeo".