"L'Italia sarà garante della sicurezza dell'Ucraina". Dalle armi all'intervento bellico, ecco cosa potrebbe significare
Il ruolo del nostro Paese nella pace. Destini ancora più intrecciati con Kiev. Sempre che Putin sia d'accordo
L'Italia potrebbe essere tra i "garanti della pace" scelti dall'Ucraina. In realtà non è chiarissimo di chi sia stata l'iniziativa diplomatica al riguardo. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha spiegato che la richiesta sarebbe arrivata da Kiev, e ha così rivendicato i risultati del suo lavoro. "Non è vero che siamo stati marginali, semmai siamo stati discreti" ha detto l'ex capo politico dei Cinquestelle. Versione diversa invece quella di Zelensky, secondo cui sarebbe stato il nostro Paese a proporsi per affiancare i membri con potere di veto dell'Onu - fatta eccezione naturalmente per la Russia - e la Germania.
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Come che sia, ora il focus è concentrato sul significato della formula. In cosa consisterebbe il ruolo di garante per l'Ucraina? Ovviamente, prima di determinarlo con certezza ci sarà bisogno che cessino le ostilità. Un esito al quale si potrebbe giungere attraverso una dichiarazione di neutralità dell'Ucraina e un suo indebolimento militare. A quel punto, però, Kiev vuole garanzie che escludano in futuro una nuova invasione da parte di Mosca. Ed è qui che entrerebbero in scena i garanti. Che, stando a fonti diplomatiche, innanzitutto, nella malaugurata ipotesi di una nuova escalation militare, avrebbero il dovere di fornire immediatamente armi agli ucraini, entro 24 ore dalla richiesta. E poi, ma questo andrà stabilito con maggiore sicurezza, potrebbero dover intervenire direttamente per difendere gli ucraini. Il destino di Kiev e di Roma, insomma, sarebbe più intrecciato di quanto non lo sia oggi.
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E' da vedere se Vladimir Putin, che ha sempre osteggiato l'ingresso dell'Ucraina nella Nato, possa accettare uno scenario simile che significherebbe comunque un avvicinamento di Kiev al blocco occidentale. I prossimi giorni diranno qualcosa in più.