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L'ultima profezia di Piero Fassino sul M5s

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Gaetano Mineo
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Chissenefrega del MoVimento 5 Stelle se non voterà in Senato l’ordine del giorno sull’aumento delle spese militari, tanto la maggioranza c’è lo stesso. È cristallino il pensiero «fassiniano» sulle giravolte «contiane» che spesso mettono in fibrillazione il Partito Democratico. E, questa sulle spese militari, non è che l’ultima sparata pentastellata, dato che lo scorso 16 marzo la Camera ha approvato a larga maggioranza (M5s compreso) un ordine del giorno per impegnare il governo ad aumentare le spese militari e ora lo stesso partito, i 5stelle, decide di votare no al Senato mercoledì prossimo. «L’esistenza di una maggioranza di governo è fondata su un programma di ordine generale rispetto a tutti i temi che il Paese ha di fronte - afferma il deputato Dem, Piero Fassino -. Su un singolo tema ci può essere anche una diversità di atteggiamento ma questo non fa venir meno né la maggioranza, né un’alleanza, in questo caso quella tra 5stelle e Pd». Insomma, l’esponente del partito di Letta manda alle ortiche i pentastellati, tanto la maggioranza c’è lo stesso. Non c’è mai stato amore, d’altronde, tra Fassino e il MoVimento Cinquestelle. Un continuo battibeccare che dura da oltre dieci anni, iniziato ancor prima che Beppe Grillo partorisse il Movimento.

 

 

 

 

Affondi e scaramucce che addirittura lo hanno reso personaggio per le sue profezie che si avveravano, però, sempre al contrario. Una delle prime sfide lanciate da Fassino senza timor di sconfitta risale al 2009 quando attaccò il comico genovese: «Se Grillo vuol fare politica fondi un partito, si presenti alle elezioni e vediamo quanti voti prende». Il seguito lo conosciamo. Sei anni dopo - e siamo nel 2015 - Fassino, in qualità di sindaco di Torino, in consiglio comunale sferrò un attacco a Chiara Appendino, allora consigliera 5stelle: «Un giorno lei si segga su questa sedia e vediamo se poi sarà capace di fare tutto quello che oggi ha auspicato di poter fare». Anche in questo caso, il seguito lo conosciamo. Ma le profezie «fassiniane» non si limitano soltanto ai pentastellati. Oggi, Fassino ricopre un ruolo di un certo peso, soprattutto in tempi di guerra come questi, e cioè quello di presidente della commissione Esteri. Ed è proprio in questo ruolo che il deputato Dem annuncia la sua profezia a poche ore prima che Vladimir Putin desse il via all’offensiva su larga scala contro l'Ucraina. «Non prevedo l'invasione - aveva detto Fassino - Sarebbe molto azzardato che i russi continuassero a spingersi oltre il Donbass». Stessa musica, anche in questo caso - purtroppo, aggiungiamo - il seguito lo conosciamo. A questo punto, c’è da augurarsi che «la maggioranza c’è lo stesso» non diventi una profezia «fassiniana».
 

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