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Ennesima frattura interna al Pd. Le armi all’Ucraina fanno infuriare Laura Boldrini: “Non si ferma così Vladimir Putin”

Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico e presidente del Comitato della Camera sui diritti umani nel mondo, nel corso suo intervento in aula alla Camera, durante la seduta per l’esame del decreto sulle misure urgenti per la crisi in Ucraina, si è schierata apertamente contro l’invio di armi alla nazione guidata da Volodymyr Zelensky, una mossa sostenuta dai dem di Enrico Letta. “Mi astengo, in difformità con il mio gruppo, sul voto dell’emendamento, riguardante l’invio delle armi in Ucraina, del decreto sulle misure urgenti per la crisi in Ucraina attualmente in discussione alla Camera. Siamo - ha sottolineato la Boldrini - al ventesimo giorno della guerra, una guerra scatenata da Vladimir Putin. Il bilancio è drammatico, per il numero dei morti, per la distruzione, per la ferocia messa in campo. Bisogna fermare Vladimir Putin, credo che questo sia il comune intento di tutti i componenti dell’aula. Ma come? Questo è il dilemma, come fare? Io non penso che il modo più giusto ed efficace per fermare Vladimir Putin sia inviare rifornimenti militari, che verrebbero consegnati anche a civili privi della necessaria esperienza”. 

 

  

 

La Boldrini è poi andata avanti, dando il proprio punto di vista: “Credo inoltre che questa scelta vada nella direzione opposta all’obiettivo della de-escalation militare. La guerra è il terreno di Putin, lo è stato in Cecenia, in Georgia, e nel Donbass, in Siria e altrove. La guerra è la sua trappola. Allora servono sanzioni, anche più mirate, e più politica. L’Unione Europea si faccia attrice di una azione politica comune, coinvolgendo tutti i leader mondiali, alcuni dei quali stanno intavolando colloqui bilaterali. E nessuno può fraintendere la mia posizione come equidistanza o addirittura come simpatia verso Putin, perché sarebbe assolutamente intollerabile. Questa è la posizione di una persona che ha lavorato tanti anni nei conflitti e sa cosa porta la guerra, armi chiamano altre armi. Servono - ha concluso l’onorevole del Pd - invece più sforzi per negoziati, trattative e rilancio del dialogo tra tutte le parti, attività che purtroppo al momento vengono trascurate”.