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Crisi umanitaria senza precedenti, ma Mario Draghi gela i profughi no-vax: “O vaccino o tamponi ogni 48 ore”

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Nessuna eccezione sull’obbligo di green pass, anche per i profughi fuggiti dall’Ucraina dopo l’invasione della Russia. Ad oggi sono arrivati 23.872 i rifugiati, soprattutto donne e bambini, e il flusso è destinato ad aumentare ancora, con Mario Draghi che ha però mandato un segnale chiaro sulla questione Covid a chiunque giunga in Italia durante il question time alla Camera: “Sul fronte sanitario, tutti i rifugiati che arrivano o accettano di farsi un tampone ogni 48 ore oppure accettano di vaccinarsi. Le mascherine sono distribuite sistematicamente nei posti dove queste vaccinazioni avvengono. Tutte le misure disposte per l’accoglienza dimostrano la solidarietà messa in campo dal nostro Paese ma molto di più andrà fatto, per i tempi di guerra, che si teme non saranno brevi ma molto lunghi”.

 

 

Poi il discorso di Draghi si sposta su quello che bisogna aspettarsi dalla guerra tra Kiev e Mosca: “Il conflitto in Ucraina sta generando una crisi umanitaria senza precedenti nel Dopoguerra in Europa. Per farvi fronte, l’Unione europea ha applicato per la prima volta la direttiva del 2001 sulla protezione temporanea in favore dei profughi ucraini. Questa decisione testimonia la solidarietà e la compattezza dell’Unione europea: un’unità di intenti e di azioni che è indispensabile mantenere e che vede l’Italia in prima linea. Le regole di bilancio erano in generale inadeguate prima della crisi ucraina ma vale ancora di più oggi. Queste regole - dice il premier in riferimento ai paletti dell’Unione Europea - non tengono conto delle priorità strategiche degli ultimi due anni: in particolare clima, energia, difesa. Occorre ripensare le regole generali”.

 

 

Infine da parte di Draghi c’è stato anche un messaggio agli italiani, alle prese con enormi rincari tra benzina, bollette e in generale quasi tutti i beni: “Seguiamo con grande attenzione le conseguenze della crisi in Ucraina, purtroppo il governo non può fermare i rincari, ma dobbiamo muoverci con rapidità e decisione”.

 

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