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Catasto, altro che niente nuove tasse. Così la sottosegretaria Guerra si tradisce

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Brucia ancora in seno alla maggioranza la polemica sulla riforma del catasto, sulla quale il governo si è salvato per appena un voto in commissione. E sebbene da Palazzo Chigi continuino a sostenere che l'intervento sarà puramente ricognitivo senza prevedere cambi fiscali, a tradirsi è la sottosegretaria Maria Cecilia Guerra, che ammette come nel 2026, con i nuovi valori catastali, è impossibile prevedere che il governo che sarà in carica in quel momento non decida di rivedere il sistema di prelievo.

«Nessun governo sano di mente oggi può decidere come saranno usati questi dati nel 2026» dice il sottosegretario all'Economia. Che poi semina anche un altro indizio, prevedendo che un eventuale cambio del sistema fiscale non danneggerebbe gli italiani ma, a suo dire, permetterebbe alla maggior parte dei cittadini di pagare di meno.

«Secondo i conti» con una revisione degli estimi catastali oggi «squilibrati e iniqui», la «maggioranza degli italiani pagherebbe meno» e chi ha «maggiore concentrazione ricchezza pagherebbe un po di più» se ha visto crescere il valore del suo immobile. Così la sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra a Radio 1 sulla riforma del catasto, ribadendo che i dati saranno pronti solo a fine 2025 e l’eventuale decisione in materia fiscale sarebbe nelle mani dei futuri governi a partire dal 2026.

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