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No al Green pass per i rifugiati ucraini. Scoppia il caos sulla decisione del governo

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Il governo non imporrà il green passi ai rifugiati ucraini. E la decisione, oltre a provocare la rabbia dei residui no vax italiani, scatena anche la reazione di Fratelli d'Italia, che con Mollicone definisce "ridicolo" il comportamento dell'esecutivo.

Lo status di rifugiato «non prevede l’obbligo del super green pass, è chiaro che noi offriremo la vaccinazione ma quello che serve alle persone che giungono da noi ora è un abbraccio». Lo spiega a Rai Radio1 il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, sottolineando che quando i rifugiati prenderanno treni o bus «si procederà ad un controllo mediante tampone».

«Lo status di rifugiato - sottolinea il sottosegretario - presto uscirà la circolare del nostro ministero, verranno fatte tutte le procedure, compreso il tampone per chi arriva e verrà offerta loro la possibilità di vaccinazione».

Il problema è, almeno dal punto di vista numerico, rilevante: la Fondazione Gimbe, nel consueto monitoraggio settimanale, rileva infatti che in Ucraina il 63,8% della popolazione non è vaccinato. «Il dato ucraino - commenta il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta - non deve essere sottovalutato, considerata la drammatica situazione che poterà nelle prossime settimane migliaia di profughi nel nostro Paese: i piani di accoglienza del governo per accogliere i civili in fuga dovranno necessariamente includere la vaccinazione di anziani e fragili provenienti dalle zone di guerra, evitando diseguaglianze tra le regioni. A tal proposito, occorrerà eventualmente rivalutare l’entità delle donazioni di vaccini a mRNA a Paesi in difficoltà, considerata la necessità di estendere la campagna vaccinale ai profughi di guerra». 

Intanto, mentre oggi la Francia annuncia che il corrispettivo transalpino del nostro pass vaccinale sarà sospeso dal 14 marzo, in Italia continua il dibattito su cosa fare in merito, anche in vista dello stato di emergenza che scade il 31 marzo: lo stesso Sileri si dice «favorevole a rimodulare fino all’abolizione il super green pass, in maniera graduale, non dal primo aprile ma nel mese di aprile, con una progressività soprattutto sul lavoro, dove valuterei attentamente un’abolizione prima rispetto al resto». Molto più netta la posizione di Fratelli d’Italia, con la leader Giorgia Meloni che scrive su Facebook: «Sento ancora rappresentanti della maggioranza parlare di "modifiche" al certificato verde, come se non fosse evidente a tutti l’inutilità e la dannosità di questo strumento. Il green pass non va cambiato, va abolito. E continueremo a batterci e a tenere alta l’attenzione finché questo non avverrà».

«I profughi ucraini siano i benvenuti. Ci vuole massima accoglienza perchè sono loro i veri rifugiati. Mentre gli uomini rimangono a combattere, anziani, donne e bambini sono i veri rifugiati, non gli immigrati economici che il ministro Lamorgese sta facendo entrare dalla Sicilia. Il governo Draghi si copre di ridicolo con l’esenzione del super green pass a chi viene da fuori e potenzialmente può trasmettere il Covid, continuando invece l’obbligo a chi ha già due dosi o comunque è guarito, una questione che raggruppa più di 10 milioni di italiani. Il governo annulli il super green pass, è un provvedimento ridicolo con l’esenzione ai profughi» attacca il deputato Fdi Federico Mollicone.

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