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A caccia di cannabis, 5stelle svergognati anche dalla Corte costituzionale sulle droghe

Francesco Storace
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Cinque stelle a caccia di cannabis. In tutte le maniere si tenta di introdurre nell’ordinamento una specie di tana libera tutti per le droghe leggere, e il tentativo resta sempre quello di passare per la filiera della canapa. L’alibi è spacciare i disegni sul tema per attività produttive. Soprattutto dopo il fallimento del referendum davanti al giudizio della Corte costituzionale.

 

Il Movimento pentastellato ha bisogno di trovare qualche tema identitario e dopo aver ammainato tutte le bandiere si aggrappa alla questione delle droghe. Ovviamente, negando ambiguità che invece sono assolutamente presenti.  “Il tema della canapa è sempre stato un tema importante per il Movimento 5 Stelle. Nella scorsa legislatura abbiamo avviato un lavoro importante sulla filiera della canapa che molti, sbagliando, collegano solamente all’uso ludico-ricreativo mentre invece riguarda il sistema produttivo del Paese”. A dirlo è Davide Crippa, capogruppo alla Camera, per il quale, nel consueto stile propagandistico, sono sempre “gli altri” a non capire i grillini. 

 

E invece lo capiscono tutti proprio dalle sue parole: “Il percorso fatto con il testo base sulla coltivazione domestica della cannabis - ha detto Crippa - rappresenta un tentativo di indirizzare l’azione legislativa verso un primo passo normativo condivisibile. Se venisse approvato questo testo base, coloro che hanno bisogno della cannabis per uso terapeutico non correrebbero più il rischio di essere soggetti punibili e non si comprometterebbero con il mercato illegale”.  E’ fin troppo scoperto il disegno di legalizzazione, a volte ai fini “produttivi” a volte a quelli “sanitari”. 

 

Eppure, a dire come stanno le cose è stata proprio la Corte costituzionale nelle motivazioni del rifiuto a far svolgere il referendum sul tema, che vedeva tra i protagonisti proprio i Cinque stelle: il quesito referendario sull’”abrogazione di disposizioni penali e di sanzioni amministrative in materia di coltivazione, produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope” è inammissibile, secondo la costante giurisprudenza sull’articolo 75 della Costituzione, perché si pone in contrasto con le Convenzioni internazionali e la disciplina europea in materia, difetta di chiarezza e coerenza intrinseca ed è, infine, inidoneo allo scopo.  Ma come è noto, per i Cinque stelle la propaganda è più importante dei danni.

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