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DiMartedì, Giuliano Amato bacchetta sul referendum: ”Non rappresentano tutto il popolo”

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L’articolo 1 della Costituzione italiana apre l’intervista di Giovanni Floris al nuovo Presidente della Corte costituzionale italiana, Giuliano Amato. Durante la puntata di martedì 22 febbraio di DiMartedì, in onda su La7, sono tanti i temi affrontati insieme al Presidente. Primo tra tutti, i referendum. Floris evidenzia subito la frustrazione dei cittadini che hanno firmato per il referendum su cannabis e omicidio del consenziente, che non sono stati ammessi proprio dalla Corte costituzionale. “La sovranità appartiene al popolo ma siamo 60 milioni di cittadini italiani – risponde Amato - quindi i promotori di un referendum, anche se possono arrivare a rappresentare una parte elevata, non rappresentano il popolo, ma propongono al popolo un quesito. La costituzione stabilisce dei limiti sui quesiti che è bene, giusto e corretto sottoporre ai cittadini” ricorda al conduttore.

 

 

“Non voglio riaprire polemiche sui referendum che non sono stati ammessi. A questo punto aspettiamo che escano le sentenze che spiegano le motivazioni e queste motivazioni saranno oggetto di condivisione e di critica" va avanti Amato. E spiega il perché della conferenza stampa svoltasi per spiegare la non ammissione dei referendum, criticata da molti, e dell’intervista televisiva in corso: “Bisogna che l'Italia un po’ si abitui al fatto che una Corte costituzionale, oltre che a parlare con le sentenze, si adopera anche per spiegare le sentenze. Io ritengo che il bisogno di trasparenza sia un bisogno che nutre la sovranità popolare, che le permette anche di esercitarsi consapevolmente. Per questo l’ho ritenuto giusto in quest'occasione, come miei predecessori lo ritennero giusto in occasioni simili, molti anni fa”. Ma Amato avverte, mettendo le mani avanti: “È giusto farlo, ma non infilarsi su questa base in polemiche quotidiane sull'argomento. Io l'ho spiegata, ora tocca alle sentenze”.

 

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