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Con le dimissioni di Mario Draghi si vada ad elezioni anticipate: la provocazione di Vittorio Feltri

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“A meno di un mese dal ritorno sul Colle di Sergio Mattarella ai politici adesso ballano i cerchioni perché Mario Draghi si è rotto le scatole di prendere decisioni in Consiglio dei ministri e di vedersele poi contestate da vari partiti inconsapevoli che un esecutivo serio abbisogna di essere sostenuto collegialmente e non sgambettato”. Nella prima pagina dell’edizione del 19 febbraio di Libero Vittorio Feltri concentra il suo editoriale sulla situazione che sta vivendo il capo del governo, che ha mostrato tutta la sua irritazione con i partiti. “Il premier - scrive Feltri - comincia ad essere indispettito dalla indisciplina di gente che si ribella ad ogni provvedimento assunto a Palazzo Chigi. Cosicché il banchiere giustamente dà segni di insofferenza e minaccia di andarsene qualora non si plachino le polemiche. Nei panni di Draghi agiremmo come lui che non si diverte a dirigere una baracca scalcinata quanto quella affidatagli”. 

 

 

Ma quale può essere lo scenario futuro? Il direttore del quotidiano lombardo traccia un quadro possibile: “A questo punto, dato che la maggioranza si è trasformata in un serraglio di litiganti, non stupirebbero le dimissioni dell'ex capo della Bce, della cui pazienza mi pare si stia abusando. Nel qual caso sarebbe indispensabile ricorrere in primavera alle urne affinché siano gli italiani a decidere chi debba guidare il paese, proprio ciò che i nostri politici hanno fatto di tutto per evitare fino a qualche settimana fa. Sarebbe una conclusione politica paradossale, ma dato il clima del Palazzo essa appare molto probabile, anche se non certa”. 

 

 

“A noi - sintetizza Feltri attaccando i parlamentari che non vogliono staccarsi dalla poltrona per non aver maturato la pensione - non darebbe alcun fastidio se venissero riaperti i seggi onde rieleggere il plotone dei parlamentari, anzi, ne saremmo lieti per una semplice ragione. Siamo persuasi che il momento più alto della democrazia sia quello del voto. Attendiamo gli sviluppi di questa situazione caotica e nebulosa, ma mentre scriviamo tocchiamo ferro. Intanto - conclude - ringraziamo Draghi per essere ancora lì a dirigere la banda di sifoi (degli zufoli)”.

 

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