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Estinzione o scissione, il terzo mandato fa implodere il M5s. La mossa disperata di Grillo e Conte per salvare la baracca

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Non è un mistero che il no alla deroga del limite al secondo mandato rischia di mandare in tilt il Movimento 5 Stelle, ma stavolta non sembra esserci alternativa all'implosione. Come la giri, è un disastro. Mentre il leader politico scalzato dai giudici è alle prese con i ricorsi per tornare in sella e lancia sul blog di Beppe Grillo la nuova battaglia, quella per il salario minimo, i parlamentari 5 stelle sono concentrati su temi molto più terra terra: ossia come provare a restare in Parlamento. 

 

Grillo ha preso posizione sottolineando l'impossibilità di derogare a una norma "fondativa", ricorda il Giornale in un retroscena che sottolinea le aperture del co-fondatore che ipotizza una "rotazione". Che vuol dire? Chi ha fatto due mandati in Parlamento al turno successivo può tentare la sorte al Parlamento europeo o in Regione, oppure sta fermo un giro e poi ci si rivede alle urne la volta dopo. Insomma, in gioco dell'oca. 

 

"Nessuno sta confermando nulla in via ufficiale", ammette il deputato Sergio Battelli, di osservanza dimaiana. "Conte dovrà di sicuro affrontare il punto, perché sia quelli al primo mandato sia quelli al secondo vorranno saperlo". I conti sono presto fatti: settantina di parlamentari, con Di Maio in testa, potrebbero dire addio al Parlamento senza terso mandato ma anche al MoVimento 5 Stelle. "La scissione è sempre ventilata", e a certo condizioni diventerebbe inevitabile. "Buttare fuori dal Parlamento Di Maio, senza neppure cercare un cavillo che possa evitare uno strappo definitivo, è una scelta rischiosa per Conte". 

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