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L'Aria che Tira, Maria Giovanna Maglie senza esitazioni: “Il centrodestra non c'è”. E sui referendum appoggia Salvini

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Maria Giovanna Maglie è straripante sui referendum sulla giustizia approvati dalla Corte Costituzionale. La giornalista è ospite della puntata del 17 febbraio de L’Aria che Tira, talk show mattutino di La7 condotto da Myrta Merlino, e analizza così le decisioni dei giudici guidati da Giuliano Amato: "Non ho mai creduto che sarebbe passato il referendum sulla responsabilità dei magistrati e non perché Roberto Calderoli l’avesse scritto male, era scritto benissimo. Sarebbe stato veramente troppo, tra virgolette, per un certo potere. Qualunque tipo di elezioni ha il problema del voto e dell’astensionismo, fino a che non arriverà questo problema anche alle elezioni politiche. Va fatta una grossa campagna elettorale sui referendum, credo che sia molto comoda la teoria che soltanto quelli su eutanasia e cannabis erano trainanti, sicuramente erano divisi. Ma ora c’è la questione sulla separazione delle carriere, che è trainante. Non c’è italiano che abbia pensato, se andato in contatto con la giustizia, che c’è un accordo di fondo tra la parte che accusa e quella che giudica e che questo è profondamente sbagliato e non applicato in buona parte del mondo”

 

 

“Poi - prosegue la Maglie - sul carcere preventivo e qui mi dispiace per Giorgia Meloni, ma la certezza della pena non si stabilisce con quanto tempo tu lasci la gente in carcere prima del processo buttando la chiave. Fino ad 8 anni per accuse di mafia, è una follia”. La Merlino interviene e sposta il mirino sulla chiave politica della situazione, parlando di “spaccatura” nel centrodestra: “Forza Italia è stragarantista, la Lega si è spostata dalla posizione del cappio in Parlamento, hanno fatto un’evoluzione enorme”. La giornalista in collegamento concorda: “L’unità del centrodestra in questo momento non c’è, il centrodestra non c’è, l’hanno decretato i suoi protagonisti, non vedo perché non dovremmo ammetterlo anche noi. In particolare fin dall’inizio la Meloni ha detto che due di quei referendum non li approvava, che secondo me sono quelli che fanno la differenza: la Lega è passata dal cappio al garantismo, un partito liberale, la Meloni rimane giustizialista, con un partito manettarista. Non ho problemi a definirlo così”.

 

 

“Io tento di essere ottimista a differenza di Sorgi, anche se conosco le difficoltà. Vorrei che questi referendum sulla giustizia diventassero un modo per gli italiani di riappropriarsi della giustizia, oggi lontana e nemica. Si chiuderà la storia aperta 30 anni fa con la quale la giustizia è entrata nella politica. La Lega nuova di Salvini può risolvere questa situazione e se la può intestare, recuperando anche un anno in cui ha appoggiato cose sbagliate” conclude il suo discorso la Maglie.

 

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