La Consulta boccia anche il referendum sulla cannabis. Amato: "Inammissibile"
Dopo l'eutanasia, e la responsabilità civile dei giudici, la Corte Costituzionale boccia anche il referendum sulla cannabis. Il presidente della Consulta, Giuliano Amato, spiega che i giudici lo hanno ritenuto "Inammisibile".
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Il referendum sulla cannabis erea promosso dalle Associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Società della Ragione, Antigone e dai partiti +Europa, Possibile, Radicali italiani, Potere al Popolo e Rifondazione Comunista e Volt. Il quesito era stato formulato con il duplice intento di intervenire sia sul piano della rilevanza penale sia su quello delle sanzioni amministrative di una serie di condotte in materia di droghe. In primo luogo il testo proponeva di depenalizzare la condotta di coltivazione della cannabis e di eliminare la pena detentiva per qualsiasi condotta illecita relativa alla cannabis e alle sostanze ad essa assimilate, con eccezione della associazione finalizzata al traffico illecito. Prevedeva anche di mantenere le condotte di detenzione, produzione e fabbricazione di tutte le sostanze che possono essere applicate per le condotte diverse dall’uso personale. Sul piano amministrativo, il quesito prevedeva che non fosse più prevista la sospensione della patente come sanzione amministrativa per chi detiene una piccola quantità di sostanza stupefacente per uso personale. Ma la guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di cannabis sarebbe continuata ad essere sanzionata.
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