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Tagadà, alta tensione sul Superbonus tra Tommasi e Giarrusso: “Pozzo senza fondo per colpa del M5S, agevolata l'illegalità”

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Aspro scontro sul superbonus tra Dino Giarrusso e Paola Tommasi sul tema del superbonus. Nella puntata del 15 febbraio di Tagadà, programma pomeridiano di La7 condotto da Tiziana Panella, si accendono i toni sulle truffe scaturite dal bonus per l’edilizia: “Giarrusso dovrebbe farsi un esame di coscienza, perché quelle famiglie che hanno cominciato i lavori con il Superbonus e adesso magari non lo prendono e devono tirare fuori dalle proprie tasche i soldi…”. “È colpa di Draghi, mica mia” risponde Giarrusso, deputato al Parlamento Europeo con il Movimento 5 Stelle, a cui replica la Tommasi: “No, l’avete creato voi. Se scrivevate bene la regola… Non avete scritto niente sui controlli. I 5 Stelle dovevano combattere la corruzione e hanno agevolato l’illegalità, c’è stato l’effetto opposto di quanto si voleva fare. Sul reddito di cittadinanza e sul superbonus abbiamo visto truffe su truffe, su qualsiasi cosa che avete fatto avete agevolato l’illegalità”. 

 

 

“Come si fa a dire - sbotta l’ex Iena - una sciocchezza così enorme? Posso rispondere a queste assurdità”. “Sono la prima - continua la Tommasi senza interruzione - a favore del settore immobiliare, traina l’economia”. La Panella blocca i due duellanti con una domanda: ma al momento c’è un tetto di spese legate al 110%? “Certo che c’è, siete pazzi se lo dite, c’è una congruità sul valore” dice con convinzione Giarrusso. Non è dello stesso avviso la Tommasi: “Un tetto come cifra non c’è”. Il grillino lancia frecciate al governo: “L’esame di coscienza dovrebbe farselo chi sta tentando di bloccare questa misura a lavori in corso, non dobbiamo farlo noi di certo. Da sempre diciamo che serve maggiore onestà sui comportamenti, ve ne accorgete solo adesso. L’Autostrada del Sole è stata la più grande truffa ai contribuenti italiani, le aziende di ‘Ndrangheta hanno truffato per anni. Certamente non mi metto a dire che chi ha progettato o finanziato quell’opera è un ladro e deve farsi un esame di coscienza. Chi ha permesso che quelle aziende vincessero gli appalti dovrebbero farsi un esame di coscienza”. La Tommasi non molla la presa: “È una misura a rubinetto, non c’è un fondo preciso, è un pozzo senza fondo”. La tensione è al livello massimo.

 

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