tombale
Superbonus, Draghi pizzica Conte. La truffa più grande che si ricordi escogitata da chi gridava onestà
Il giudizio di Mario Draghi è stato tombale: “Per inciso, alcuni di quelli che più tuonano oggi su super bonus, sulla necessità che queste frodi non contano, che bisogna andare avanti lo stesso, che l'industria non può aspettare…. alcuni di loro sono quelli che hanno scritto questa legge, dove è stato possibile fare quello che si è fatto senza controlli. Su un dépliant delle Poste del 2020 è scritto che non è necessario fornire alcuna documentazione a supporto della richiesta, è sufficiente verificare preliminarmente di essere titolare del credito da cedere. Va bene. Allora se ci troviamo in questa situazione qui è per il fatto che si è voluto costruire un sistema che prevedeva pochissimi controlli. Questo è il punto”.
E siccome tante volte non abbiamo nascosto perplessità sulle parole del premier oggi è doveroso dire che sul super bonus edilizio Draghi ha ragioni da vendere. E ha proprio centrato il punto della questione che abbiamo sollevato qualche giorno fa: la legge tanto difesa dal M5s e varata fra fiumi di retorica dal governo allora guidato da Giuseppe Conte è scritta con i piedi, non prevedeva alcun controllo di legalità e si è rivelata un'autostrada facilissima da percorrere (il biglietto era offerto dal governo) per chiunque avesse cattive intenzioni come per gruppi criminali che si sono apparecchiati il ricco tavolo fregando le casse dello Stato.
Leggi anche: Mario Draghi in conferenza gela tutti: "Non ho bisogno di voi, un lavoro me lo trovo da solo"
Dire che funzionava l'idea in sé ed era in grado di rimettere in moto il Pil è semplicemente una banalità. Rimborsare con soldi pubblici il 10% in più di quello che hai speso ricorda un po' l'idea di rimborso elettorale che dagli anni '90 avevano in testa i partiti politici poi entrati per questo nel mirino del M5s, è non è manco dissimile da altre pratiche in vigore nella Prima Repubblica, come le mance pre-elettorali del celebre candidato sindaco a Napoli, Achille Lauro (regalava una scarpa prima delle elezioni, promettendo l'altra a voto ottenuto). La gente accorre a prendere? Certo che sì: ma se sali su un elicottero lanciando sacchi rigonfi di euro funziona uguale: si correrà ad arraffarli.
Quindi non c'era genialità nell'idea sul super bonus edilizio e dei suoi crediti di imposta cedibili all'infinito: se regali soldi, qualcuno tende la mano e li prende. Tutti contenti della propria generosità, sicuri di potere poi riscuotere nelle urne il consenso come quando fu promesso senza se e senza ma il reddito di cittadinanza, Conte e i suoi non hanno pensato alla tentazione più ovvia che stavano mettendo in moto: “Questi regalano 10 su 100, e se noi ci prendessimo proprio tutta la posta, mettendoci in tasca tutti i 110?”.
Non l'hanno solo pensata, l'hanno fatto a macchia di olio. Siamo già a quota 4 miliardi di euro scoperti dalla guardia di Finanza quando purtroppo in gran parte erano già evaporati. Ma non si ricorda in così breve tempo una truffa di queste proporzioni su una legge dello Stato. E attenzione, perché se ne hanno scoperti 4 miliardi sarà solo piccola parte della realtà, perché c'è voluto anche un pizzico di fortuna per acciuffarli e scoprire che avevano combinato. Quindi la peggiore ruberia che si ricordi nella storia repubblicana è stata messa in moto dalle menti sapienti di quelli che urlavano “onestà, onestà” dando del “ladro” a tutti gli altri. C'è tutto nel dépliant 2020 delle Poste citato da Draghi nella conferenza stampa di ieri: nessun documento a dimostrare nulla, e vai con il bonus e la finanza sui crediti di imposta. Una specie di invito a pranzo per i malfattori di ogni sorta, che appunto non si sono fatti pregare.
Era voluto un sistema che incentivava la disonestà? No, purtroppo. Non metto in dubbio la buona fede di Conte, del suo sottosegretario Riccardo Fraccaro e di chiunque avesse messo mano a quelle norme sul super bonus come alla pioggia di concessioni di bonus di quel periodo. Non l'hanno fatto apposta per favorire gli sgraffignatori che abbiamo visto all'opera. Ma è perfino peggio così, perché fa brillare il vero problema emerso in questa legislatura con i 5 stelle: l'incapacità (per giunta presuntuosa) provoca danni grandissimi, perfino più grandi della voracità mostrata da altre generazioni di uomini politici. Non parliamo poi della finanza creativa messa in moto dalla cessione all'infinito di crediti spesso illegittimi: era proprio quella combattuta fra grida e manifestazioni di piazza dai grillini, ma ora porta indelebile la loro firma.
Ora cercherà di metterci una pezza insieme a Draghi il ministro dell'Economia Daniele Franco, per salvare uno strumento che può essere utile a un settore importante come l'edilizia pensando alla crescita del Paese. Le soluzioni tecniche ci sono per assicurare legalità e salvare l'appetibilità del super bonus, anche se purtroppo i guai combinati non si possono più riparare. Ma ricordare come lezione di storia e di vita sicuramente sì.