Otto e mezzo, Draghi cambia tutto. "Cosa farà da oggi in poi", il retroscena di Padellaro terrorizza i partiti
Il premier Mario Draghi cambia strategia. Dopo la mancata salita al Quirinale e l'acuirsi delle turbolenze nella maggioranza il premier inizia a girare per le città italiane, e non solo per spiegare come saranno spesi i soldi del Pnrr, il piano europeo che di fatto lo ha inchiodato a Palazzo Chigi nonostante le aspirazioni quirinalizie.
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"C'è dell'altro, e si tratta dei postumi della vicenda Quirinale" spiega Antonio Padellaro del Fatto quotidiano, ospite giovedì 10 febbraio a Otto e mezzo su La7. La comunicazione di Draghi finora è stata affidata a poche interviste e alle conferenze stampa, "non proprio usate in maniera magistrale dal premier. Quella del 22 dicembre è stata vista da tutti" come la discesa in campo per la presidenza della Repubblica "ma non è riuscito ad andare al Quirinale". E ora secondo Padellaro, il presidente del Consiglio teme che se tornerà in conferenza stampa la prima domanda che è destinato a ricevere è quella sul Colle. Oppure: "È vero che se fosse stato eletto Pier Ferdinando Casini non avrebbe fatto più il premier?". Ora ha deciso "di parlare al Paese, ha cominciato a Genova e lo farà sempre più spesso - continua il giornalista nel programma di Lilli Gruber - e non alle conferenze stampa".
"Pronto a lasciare il governo", lo schiaffo di Draghi ai partiti dopo il no al Colle
C'è poi un "dato politico". Si pensava che potesse lasciare il governo, ma ora sembra intenzionato "a moltiplicare le energie", continuerà a fare il presidente del Consiglio ma se qualcuno "'mi vorrà indebolire ne risponderà al Paese'"; è il ragionamento che Padellaro attribuisce al premier. Una nuova stagione caratterizzata dal dialogo con i cittadini più che con i partiti. Che tra qualche mese entreranno in clima pre-elettorale...