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Centrodestra a nervi tesi. Ancora scintille tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini

Daniele Di Mario
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Nuovo giorno nuovo scontro. Non c'è pace nel centrodestra uscito dilaniato dall'elezione del Capo dello Stato. Salvini non molla la presa e dopo le parole al vetriolo di sabato contro i franchi tiratori di FI, il neocentrismo di Coraggio Italia di Giovanni Toti e «la logica del singolo» di Giorgia Meloni, il segretario leghista torna all'attacco. «In questi mesi e nell'elezione del Presidente della Repubblica è mancato il gioco di squadra nel centrodestra che ha preferito il gioco dei singoli», spiega in un'intervista a Radio 24. «La battaglia del Quirinale è durata una settimana, qualcuno del centrodestra è sparito e qualcuno ha tradito. Sono mancati un sacco di voti - prosegue Salvini - Una donna al Quirinale era il mio impegno ma i miei numerosi tentativi che rivendico con orgoglio sono stati bocciati e sabotati dagli altri. Sono comunque felice della rielezione del presidente Mattarella alla quale ho contribuito». A Salvini replica Antonio Tajani, vicepresidente e coordinatore nazionale di Forza Italia che, a SkyTg24, prova a gettare acqua sul fuoco. «Il gioco di squadra si può sempre migliorare, bisogna imparare dagli errori, exmalo bonum, dai problemi possono nascere cose buone», dice Tajani, che prima di parlare di federazione e Partito Repubblicano, rivole un invito al Carroccio: «Mi auguro che la Lega possa avvicinarsi al Ppe, perché popolarismo europeo significa centralità della pesrona, un'Europa che investe e crea lavoro, rapporti forti con gli Stati Uniti».

 

 

Sul centrodestra Tajani ha le idee chiare: «Dobbiamo presentare agli elettori un centrodestra rinnovato che guardi al futuro. Noi siamo sempre stati coerenti. Berlusconi è il fondatore ed è stato il federatore del centrodestra, che non avrebbe mai vinto senza di lui. A me non piacciono le polemiche. Tutti quanti dobbiamo a Berlusconi qualcosa, ha dato un ruolo importante alla Lega e Meloni con lui è stata ministro». Ma Salvini non molla la presa e sul possibile allargamento della coalizione dice: «Con Mastella, Renzi e Casini non ho nulla a che fare, io gli accordi li faccio con tutti coloro che si sentono alternativi alla sinistra». Quanto al governo, il segretario leghista è cauto: «Sono orgoglioso di quello che stiamo ottenendo, certo ci sono ministri che non brillano, ma non voglio certo stare alla finestra a criticare quello che fanno gli altri». Parole che continuano a non piacere a Fratelli d'Italia, che a prendere lezioni da Salvini non ci pensa proprio. Giorgia Meloni, intervistata da Massimo Giletti a Non è l'Arena su La7 torna sulla questione: «Su Mattarella Salvini non l'ho capito. Non accetto che in Italia per essere presentabili bisogna essere di sinistra. Alcuni partiti di centrodestra tra scegliere la coalizione e rappresentare il loro campo e scegliere il governo con Pd e M5S hanno scelto quest'ultimo. E per me è un problema. Il centrodestra c'è se è alternativo alla sinistra, sennò non serve, non esiste. Io voglio essere alternativa alla sinistra».

 

 

La leader di FdI risponde sia a Salvini sia a Berlusconi: «Si parla di proporzionale, si governa col Pd, si vota il Capo dello Stato col Pd: qualcosa non torna. E Salvini dice che penso al mio orticello... Se qualcuno vuole che nel mio orticello ci pianti l'Ulivo, io non lo faccio. Io rappresento il centrodestra e milioni di elettori che non vogliono essere mortificati. Questo è il mio orticello. Io isolata come la Le Pen? Il sistema francese è diverso dal nostro. A FdI quel che accade alla Le Pen non può accadere con qualsiasi legge elettorale. Chi vuole il proporzionale cerca un modo per prendere in giro gli italiani e fregargli i voti, per governare pure se perde. Chi è nel centrodestra non può sostenere il proporzionale che serve a impedire al centrodestra di governare. Ma in ogni caso sarà difficile fare a meno di FdI nella prossima legislatura. Da sola alle elezioni? Non dipende solo da me. Non farò più viso a cattivo gioco. Voglio garanzie. Voglio sapere che chi si allea con mesta nel mio stesso campo. Federazione e Partito Repubblicano non m' interessano. Voglio far crescere e allargare il perimetro di FdI, il partito dei conservatori italiani. Mi dedico a questo. Alle politiche vedremo la legge elettorale e chiederò delle garanzie, a partire da un patto anti-inciucio. Berlusconi? Il suo entourage- su cui non commento - gli ha riportato male quello che ho detto. Ho detto: l'ho candidato perché credevo fosse la persona giusta, non perché gli dovessi qualcosa. Tutti gli italiani gli devono qualcosa: è stato un grande premier. Ma io ho fatto il ministro con An, poi sono uscita dal Pdl e ho fondato FdI da sola. Il nostro rapporto è di alleanza e si basa su stima e rispetto. Mediaset mi ha chiuso le porte? Le fatwe non mi spaventano».

 

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