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Centrodestra senza pace, furia Salvini: parte il contrattacco a Meloni e Toti

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Matteo Salvini è una furia. E torna sul tema del centrodestra, uscito dilanianto dalla partita del Quirinale, togliendosi più d’un sassolino dalle scarpe. E attaccando tutti: parte di Forza Italia, Coraggio Italia e Giovanni Toti che «flirtano» con Renzi e, soprattutto, Giorgia Meloni. «Oggi il centrodestra non è una coalizione, è evidente. La coalizione si è sciolta come neve al sole», dice il segretario leghista collegandosi su Facebook a un convegno con Susanna Ceccardi e Daniele Capezzone.

Dall’isolamento domestico al quale lo costringe la positività al Covid, Salvini comincia attaccando i franchi tiratori di Coraggio Italia e FI: «Quando c’è una candidata alla presidenza della Repubblica, un’alta carica, che contava su 450 voti e 70 voti del presunto centrodestra sono scomparsi, più di 40 di Forza Italia, un suo candidato, evidentemente in questo momento e da un po’ di tempo e temo per qualche settimana, alla logica di squadra qualcuno preferisce quella del singolo. Più che un ragionamento collettivo c’è un ragionamento miope che guarda al proprio orticello».

 

Poi rincara la dose contro il governatore della Liguria: «Se si pensa di costruire l’Italia, l’Europa, il sogno del futuro si deve avere un obiettivo comune. Ma in queste ore c’è chi vuole costruire con Renzi e Mastella non un obiettivo comune ma vecchi esperimenti che hanno come riferimento la candidatura e la rielezione».

Parole che scatenano le reazioni tanto di Toti quanto di Mastella. Quest’ultimo definisce il leader del Carroccio «un ciarlatano che ha portato la Lega a una umiliante Caporetto» nell’elezione del Presidente della Repubblica: «Sul Quirinale abbiamo visto le capacità di Salvini: un disastro - rincara la dose Mastella - Io non voglio rifare il centrodestra, peraltro con lui sarebbe destinato ad un’altra sconfitta. Con Salvini si perde. Il Centro è cosa diversa, che Bossi rispettava, ma era un leader. Il Centro ringrazia Salvini: solo grazie alla sua incapacità, la gente si sta rendendo conto di quale sarebbe il disastro annunciato per l’Italia con la sua guida. Quanto a Renzi ha fatto il Premier, lui solo il vice».

 

Giovanni Toti, invece, spiega all’AdnKronos che «Salvini dovrebbe essere il più favorevole e interessato ad allargare la coalizione, visto che per numeri e ruolo, ne è il coordinatore... E mi pare che anche dagli ultimi colloqui avuti con lui questo era il senso dei nostri ragionamenti». Il cofondatore di Coraggio Italia assicura di aver parlato in più occasioni con il leader della Lega della sua strategia di allargare la coalizione, tenendo aperto in confronto anche con Iv. Quanto alla crisi politica in Liguria, nella chat interna dei totiani liguri, il presidente della Regione sbotta: «Se vogliono far cadere il Consiglio mi dimetto io».

Tornando a Salvini, il segretario di via Bellerio ne ha soprattutto per Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia: «Se non si recupera lo spirito di squadra non si vince. Io auguro non ci sia qualcuno che ambisca a essere il più forte dei perdenti. Io, le partite, le gioco con entusiasmo, per vincere. A me interessa vincere ma non una vittoria fine a stessa, o per andare al Governo. il governo per me non è un fine, è un mezzo per cambiare le cose, ingoiando i rospi: prova a governarci tu con Lamorgese o con Speranza».

 

Di qui il messaggio agli alleati: «Bisogna decidere, i leader devono decidere, se preferiscono avere un piccolo orticello presidiato e assistere allo smantellamento dei valori e dell’identità del Paese da parte della sinistra o se vale la pena giocare di squadra. Io ce la metto tutta per unire, dove altri dividono. Ma per unire bisogna essere in due, tre, quattro. Se uno lavora per tutti e per un obiettivo comune e gli altri non vedono l’ora di uscire dalla stanza per farsi i propri interessi particolari...».

La reazione di Fratelli d’Itaia non si fa attendere e arriva per bocca del capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida: «Sono al governo con la sinistra, l’estrema sinistra e l’accozzaglia 5 Stelle. Hanno votato compatti un Presidente della Repubblica con una storia tutta di centrosinistra. E ora vorrebbero spiegare a noi come si ricostruisce una coalizione per difendere i valori, le idee e gli interessi della nostra gente da quelli con i quali si accompagnano. Sono io che non capisco o loro molto, ma molto confusi?». «FdI - aggiunge Lollobrigida - è stato e rimane laternativo al M5S e alla sinistra. I valori e i programmi del centrodestra sono da sempre chiari per noi e quelli intendiamo seguire. Se gli altri torneranno a interpellarci potremo allearci, altrimenti sceglieremo altre strade».

Ma sul futuro del centrodestra, Salvini rilancia la federazione e ribadisce che «la Lega non si scioglie, dà vita con chi ci sta a qualcosa di più grande. Metto a disposizione degli altri la nostra forza, lealtà e umiltà. Peccare di arroganza in politica non porta da nessuna parte». E lancia la sfida: «I referendum sulla giustizia saranno un banco di prova per il centrodestra. Più che le parole pesano i fatti».

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