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Ci chiede anche gli interessi, il sindaco di Amatrice contro l'Inps

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Oltre al danno, la beffa. Dopo il terribile terremoto che ha devastato la comunità di Amatrice il 24 agosto 2016. il Comune del Reatino deve ora affrontare la beffa delle richieste economiche che provengono dall'Inps per i contributi dei dipendenti. La vicenda è spiegata dallo stesso sindaco di Amatrice: "Come sindaco - spiega Giorgio Cortellesi - anche a nome delle precedenti amministrazioni, esprimo tutto il mio sdegno e la mia protesta per l’ingiustizia perpetrata ai danni di una comunità che deve rialzarsi e non merita punizioni ingiustificate. Una vicenda quella che denuncio pubblicamente, che parte da lontano. Esattamente dal terremoto del 24 agosto 2016. L’Amministrazione, allora in carica, pur avendo provveduto miracolosamente a erogare gli stipendi, non era riuscita a pagare i contributi C.P.D.E.L e INADEL dei propri dipendenti (relativi ai mesi di agosto e settembre 2016). La città era, come noto, devastata dal sisma, stretta in un dolore profondo (tutte le famiglie colpite da lutti), il Comune, come struttura e uffici, inesistente, il personale impossibilitato a operare. E nonostante, il dramma, successivamente i contributi, pur in ritardo, sono stati onorati".

 

 

 

 

 

Nonostante tutto, l'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale sta chiedendo anche gli interessi. "Ma l’Inps, come si evince dal concitato scambio epistolare (risposta dell’ente del 27-02-2020 alla lettera dell’amministrazione del 27-08-2019, nella quale si chiedevano chiarimenti interpretativi della norma), in questi anni, oltre a insistere sui contributi, ha continuato a pretendere pure gli interessi di mora per mancato versamento. Interessi per 7.000 euro, da aggiungersi a tutto il resto, per un totale di oltre 60mila euro. L’Istituto ha ribadito la sua posizione anche nell’ultima comunicazione ufficiale, in data 19-11-2021, a firma del dirigente Filippo Pagano, richiamandosi ancora una volta al D.Lgs. numero 165 del 2001 e soprattutto al decreto Mef del 1° settembre 2016, che prevede l’esenzione degli interessi unicamente per i privati, che, come recita il provvedimento, “a differenza delle amministrazioni pubbliche, spesso non dispongono di sufficienti risorse e di idonea capacità organizzativa per fronteggiare in modo adeguato emergenze come quelle originate dall’evento sismico”. Una motivazione paradossale che discrimina amministrazioni come Amatrice che, oltre ai danni del terremoto, ha dovuto fronteggiare una mancanza totale di risorse, da cui gradualmente sta rialzandosi. E che ci ha obbligati a pagare nonostante tutto, per non esporci al ricatto della concessione del Durc, che vincola le attività amministrative alla regolarità dei versamenti, pena il blocco delle attività. Quindi, Amatrice, discriminata e ricattata. E’ una vergogna, come sindaco chiedo giustizia. Amatrice viene ricordata solo per le passerelle e le promesse, ma una cosa è certa: è stata condannata “per il terremoto” da un’altra amministrazione pubblica".

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