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Matteo Salvini al centrodestra: "Basta vivacchiare". Ecco la federazione sul modello Usa, gelo da Fratelli d'Italia

Daniele Di Mario
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Una federazione sul modello del Partito Repubblicano Usa. Un nuovo soggetto davvero unitario per rinnovare completamente il centrodestra, uscito dilaniato dalla rielezione di Mattarella al Quirinale. È questa la «rivoluzione» che Matteo Salvini proporrà oggi al Consiglio federale della Lega, anticipata ieri in una intervista con Il Giornale. Un progetto non nuovo, già lanciato qualche mese fa da Silvio Berlusconi, che ieri Salvini è andato a trovare ad Arcore subito dopo le dimissioni del Cav dall'ospedale San Raffaele. Il leader del Carroccio è stato a Villa San Martino per circa due ore. «È inutile nasconderci dietro un dito - dice Salvini - Le votazioni per il presidente della Repubblica hanno mostrato la potenziale forza ma anche i limiti, della coalizione di centrodestra come è attualmente». Per questo serve «federazione di centrodestra delle forze che appoggiano il governo Draghi». «Non basta sommare le nostre forze ma è necessario che si cominci a ragionare in un'ottica veramente unitaria. È giunto il momento di federarci. Solo un nuovo contenitore politico delle forze di centrodestra, a cominciare da quelle che appoggiano il governo Draghi, può agire in modo incisivo. Il nostro modello può essere quello del Partito Repubblicano americano», afferma il leader della Lega. «Ci troviamo a un bivio» ribadisce Salvini: «Vivacchiare può significare morire, decidersi per un cambiamento e federarsi è un rischio, ma anche un'opportunità. Èl'occasione per cambiare il centrodestra e trasformare, finalmente e in modo sostanziale, l'Italia. Ora o mai più».

 

 

«Per federarci spiega il leader del Carroccio abbiamo bisogno di superare gli egoismi: non annullando, ma valorizzando le nostre differenze e facendole convergere in una sintesi in cui tutti si possano riconoscere». E le priorità sono la scaletta per gli impegni futuri, una vera e propria base programmatica: «Cominciare dall'economia; una fiscalità non punitiva come quella attuale; realizzare il nostro progetto di flat tax; uno Stato da riformare, con tutta la sua amministrazione e la sua burocrazia; una seria riforma della giustizia, che vogliamo autonoma e terza; sicurezza e legalità, contro la violenza diffusa; contro il fanatismo islamico e contro ogni forma di intolleranza; valori cristiani e famiglia che vogliamo tutelare; che l'Italia si doti di una politica energetica chela renda autonoma e che ecologicamente sostenibile; pensare a un sistema di regole equilibrate e di buonsenso che conducano a una transizione ecologica senza fanatismi». La proposta piace ai big del Carroccio. «C'è chi ha voluto tradire e distruggere il centrodestra? Noi lo ricostruiremo più forte di prima, ma senza trasformisti ed estremisti legati a ideologie sconfitte dalla storia che antepongono vittorie di Pirro al bene comune solo per sollevare ulteriori tensioni. Molto bene la proposta di Salvini di creare una federazione di tutti quei partiti che hanno a cuore le sorti del nostro Paese e che rientrano, ognuno con la propria identità, in quell'area culturale e di valori che da sempre contraddistingue la forza del centrodestra», dicono i capigruppo di Camera e Senato della Lega, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.

 

 

Ma Forza Italia è tiepida. Per il vicepresidente Antonio Tajani, «c'è un fondatore del centrodestra che è Berlusconi. Poi alle elezioni si vedrà chi sarà il candidato». Tajani frena sulla leadership di Salvini, ricordando sul Corriere della Sera, come con il Mattarella bis, il Cav «si è ripreso la scena». «Se il sistema elettorale resta questo, le coalizioni avranno una loro logica. Io non credo si debba rinunciare al maggioritario e al bipolarismo - dice Tajani - Il nostro obiettivo è lavorare affinché il governo porti a termine il grande e delicato lavoro che abbiamo di fronte e poi che FI sia protagonista del grande rilancio dell'area che in Italia si riconosce nel Ppe, quella europeista, atlantista, liberale, moderata», senza la quale, «non esiste un centrodestra vincente». La federazione non ha mai convinto Fratelli d'Italia e l'ultima uscita di Salvini è accolta freddamente. «Prima di lanciare nuovi progetti sarebbe bene sedersi, riflettere e leccarsi eventuali ferite», dice Ignazio La Russa. Giorgia Meloni a Quarta Repubblica è lapidaria: «Sono molto arrabbiata. Voglio chiedere chiarezza, se si sta nel centrodestra non si può scegliere il centrosinistra, tra l'alleanza di centrodestra e alleanza di governo si è scelta quest'ultima. A livello parlamentare il centrodestra non esiste più. Quello che ha fatto Salvini è folle. Eravamo per il no a Mattarella. Non ci siamo più sentiti».

Il leader di Coraggio Italia Giovanni Toti non chiude invece all'idea di Salvini: «Una grande federazione, con i criteri della trasparenza, della democraticità della selezione della classe dirigente con le primarie, che contenga varie anime, può essere una soluzione alla crisi delle coalizioni e dei partiti che faccia evolvere finalmente la seconda nella terza Repubblica». Toti però rilancia la legge elettorale proporzionale- sulla quale anche Pd, M5S e Iv sembrano essere d'accordo - ma la federazione «non è affatto un ragionamento antitetico al sistema proporzionale». Per Toti c'è la «necessità di ridare equilibrio alle ali moderate», cioè «i popolari e liberali», «sensibilità inascoltate. La geografia politica italiana è molto cambiata. Il centrodestra va ripensato». Un «sì convinto» alla proposta di Salvini arriva da Michaela Biancofiore, parlamentare di Coraggio Italia. Il senatore Udc Antonio Saccone invece dice: «C'è un grande spazio che può essere occupato da una nuova piattaforma politica che si rifaccia ai valori liberali e cattolici. Bene l'idea della federazione, iniziativa che il nostro segretario Lorenzo Cesa auspica da tempo. Si avvii un grande confronto non solo nel Palazzo coinvolgendo realtà sociali ed economiche del Paese».

 

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