dopo la crisi quirinale

Centrodestra come i Repubblicani Usa, la ricetta di Salvini

«È inutile nasconderci dietro un dito. Le votazioni per il presidente della Repubblica hanno mostrato la potenziale forza ma anche i limiti, della coalizione di centrodestra come è attualmente». Matteo Salvini analizza la settimana passata e in una intervista al Giornale lancia l’idea di una «federazione di centrodestra delle forze che appoggiano il governo Draghi». «Non basta sommare le nostre forze ma è necessario che si cominci a ragionare in un’ottica veramente unitaria. È giunto il momento di federarci. Solo un nuovo contenitore politico delle forze di centrodestra, a cominciare da quelle che appoggiano il governo Draghi, può agire in modo incisivo. Il nostro modello può essere quello del Partito Repubblicano americano», afferma il leader della Lega, «una federazione di centrodestra delle forze che appoggiano il governo Draghi».

 

  

 

 

 

 

«Ci troviamo a un bivio» afferma Salvini: «Vivacchiare può significare morire, decidersi per un cambiamento e federarsi è un rischio ma anche un’opportunità. È l’occasione per cambiare il centrodestra e, con esso, trasformare, finalmente e in modo sostanziale, anche l’Italia. Ora o mai più». «Per federarci - spiega il leader del Carroccio - abbiamo bisogno di superare gli egoismi: non annullando ma valorizzando le nostre differenze e facendole poi convergere in una sintesi in cui tutti si possano riconoscere». E le priorità sono la scaletta per gli impegni futuri, una vera e propria base programmatica: «Cominciare dall’economia; una fiscalità non punitiva come quella attuale; realizzare il nostro progetto di flat tax; uno Stato da riformare, con tutta la sua amministrazione e la sua burocrazia; una seria riforma della giustizia, che vogliamo autonoma e "terza"; sicurezza e legalità, contro la violenza diffusa; contro il fanatismo islamico e contro ogni forma di intolleranza; valori cristiani e famiglia che vogliamo tutelare; che l’Italia si doti di una politica energetica che la renda autonoma e che sia, nello stesso tempo, ecologicamente sostenibile; pensare ad un sistema di regole equilibrate e di buonsenso che conducano a una transizione ecologica senza fanatismi».