Centrodestra, Biancofiore dice sì al partito Repubblicano: "Salvini e Meloni imprescindibili. Ora pace sia"
Avanti con la federazione all'americana. Michaela Biancofiore, deputata di Coraggio Italia e membro della dirigenza nazionale del partito, pronuncia "un sì convinto al rilancio del centro destra attraverso l’idea espressa oggi di Matteo Salvini, della fondazione di una grande partito Repubblicano liberale, sulle orme del Gop party americano".
"E sono contenta stia già reagendo innanzi alle falsità dilaganti circa suoi presunti fallimenti, perlopiù espresse dalle stesse persone che lo osannavano per il 40% delle europee e che non hanno un voto. Brutta razza l’essere umano. Credo però che più che una federazione bisognerebbe trovare la forza, l’ambizione e il coraggio di dar vita ad un vero e proprio Sammelpartei alla tedesca, come la Südtirolervolkspartei altoatesina, cioè un partito unico con all’interno tutte le anime portatrici di pensieri e valori compatibili" è l'analisi di Biancofiore.
Tutti d'accordo ma divisi, dopo Mattarella bis centrodestra da rifare
"Se si continua con partiti paralleli nella stessa aerea, non si fa altro che procrastinare litigi per la supremazia. Salvini e Meloni dicono di fatto la stessa cosa, lampante agli occhi del nostro popolo- dopo l’uscita di scena della Forza Italia a trazione berlusconiana, trafitta dall’entourage del Presidente , prima vittima insieme a Draghi del romanzo Quirinale: il centro destra va rifondato .Credo sia venuto il momento di dar vita davvero al partito unico della nazione del quale si narra da anni e per farlo tra Salvini e Meloni pace sia. Sono i nostri campioni che possono e devono avere ruoli diversi. Un partito della Nazione, una vera Squadra per l’Italia con regole precise per il 2023 che coinvolga programmaticamente la miglior classe dirigente d’Italia, affossata dalle forze reazionarie di sinistra che preveda anche l’allargamento alla parte ideologicamente più affine del movimento 5 stelle", si legge in una nota.
Centrodestra come i Repubblicani Usa, la ricetta di Salvini
"La storia insegna poi , che chi cambia la legge elettorale in genere perde le elezioni, ma se al proporzionale si vuole passare, allora che sia proporzionale col collegamento di liste di coalizione e soprattutto con le preferenze che ridiano la possibilità al popolo italiano di scegliersi davvero il rappresentate e di non farlo scegliere da leader che non vengono spesso riconosciuti. L’elezione del Presidente della Repubblica, con i soli Salvini e Meloni a controllare le proprie truppe evidentemente convinte, dovrebbe insegnare. I leader si devono amare, non temere" conclude Biancofiore.