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Cambiano i colori ma restano le mascherine all'aperto, che succede da domani

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Dario Martini
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Oggi scade una serie di misure decise prima di Natale con il decreto Festività. A partire dall’obbligo dell’utilizzo delle mascherine all’aperto. In un primo momento si era ipotizzato che questa misura potesse essere tolta. Non è ancora escluso, ma pare che il governo, sulla spinta dei ministri più rigoristi, sia intenzionato a prorogare il provvedimento almeno fino a che non ci sarà un calo ancora più sostanzioso dei contagi. È probabile che i dispositivi di protezione individuale restino obbligatori almeno per altri due mesi, fino al 31 marzo, quando scadrà anche lo stato d’emergenza.

Questa, però, non è l’unica disposizione che sarà discussa nel Consiglio dei ministri di oggi pomeriggio. Sul tavolo di Palazzo Chigi c’è anche il dossier sui colori delle Regioni. Da tempo i governatori chiedono di abolirlo, ritenendolo superato, alla luce dell’alto numero di italiani vaccinati con terza dose. Gli immunizzati già oggi possono fare praticamente tutto fino alla zona rossa. Resta da stabilire se in questa fascia le misure debbano essere applicate a chi ha totale copertura vaccinale. Non è detto che Draghi e Speranza non decidano di mettere mano anche agli attuali indicatori per il calcolo dei ricoveri Covid. Tradotto: togliere dal conto i pazienti positivi ma asintomatici. C’è poi il dossier discoteche. Il Cts non vuole ancora concedere la riapertura. Il governo potrebbe scegliere una mediazione, prorogando la chiusura solo altri quindici giorni, fino al 15 febbraio. Potrebbero invece riaprire le sale da ballo. Così come si potrebbe concedere il permesso di organizzare feste e concerti in piazza, ovviamente sempre rispettando alcune regole per evitare assembramenti.

 

 

 

 

 

Domani, primo febbraio, scatta anche l’estensione del green pass per poter accedere alla maggior parte delle attività. E diventerà obbligatorio il vaccino per gli over 50. Mentre l’esecutivo è intenzionato a decretare la validità illimitata del certificato verde per chi ha tre dosi di vaccino. Ma questa decisione dovrebbe essere presa più in là. Intanto, cala di un punto percentuale l’occupazione delle terapie intensive che hanno raggiunto la soglia del 16%, ancora lontano dai valori massimi previsti del 10%. E diminuiscono i contagi: sono 104.065. Il monitoraggio dell’Agenas, agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, restituisce il dato del calo in undici regioni, con variazioni che oscillano dal -1% al -2%. Restano sopra la soglia 13 diversi territori tra regioni e province autonome con punte del 27% a Trento (che ha fatto registrare una riduzione su ieri di -1%) e del 24% nelle Marche (+2% rispetto alla giornata precedente). Stabili i ricoveri in area non critica, che in media si collocano al 30% delle occupazioni nel Paese. Numeri in linea con quanto restituito dal bollettino del ministero della Salute. In totale sono ricoverati in area critica 1.593 pazienti positivi al Covid. Diversa la situazione per i reparti di area non critica, dove, anche se lenta, continua la discesa. In totale i ricoverati con sintomi sono 19.617, 19 in meno rispetto a ieri. In Italia, nelle ultime 24 ore sono 104.065 i nuovi casi di contagio, in calo rispetto ai 137.147 del giorno precedente. Scende anche il numero delle vittime: sono 235 i decessi registrati, 142 in meno rispetto al 29 gennaio, quando i morti sono stati 377.
 

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