Di Maio ora vuole fare la festa a Conte. E sulle macerie M5s piomba Di Battista
La resa dei conti nel Movimento 5 Stelle è partita da tempo, ben prima della rielezione del presidente Sergio Mattarella al Quirinale. Ma a far deflagrare la polveriera grillina è stato il caso Elisabetta Belloni, il capo degli 007 al Quirinale per una notte.
Sulla gestione di Giuseppe Conte della partita del Colle, Luigi Di Maio non le aveva mandate a dire parlando di "fallimento" di alcune leadership, e molti hanno visto nel mirino anche Giuseppi. "Se ha delle posizioni le chiarirà perché anche lui era in cabina di regia. Non è un organo politico ma come ministro" ne ha preso parte e chiarirà i suoi "comportamenti" ha detto oggi Conte. " Simo una comunità grande che può affrontare le discussioni" ha spiegato il leader (fino a quando?) M5s.
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Parole che fanno scattare la reazione del ministro degli Esteri: "Decisioni in cabina di regia? Non si è mai parlato di fare annunci roboanti su presunti accordi raggiunti con Pd e Lega, oggi smentiti anche dal segretario dem Letta. Non si provi a scaricare le responsabilità su altri. È chiaro che ci sono diversi aspetti che vanno chiariti", ha detto Di Maio in riferimento alle parole di Enrico Letta a Mezz'ora in più, con cui ha respinto il fatto che fosse stato raggiunto un accordo sul nome della Belloni.
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Entra in campo, nel dibattito sul Quirinale, anche Alessandro Di Battista. L’ex 5 stelle sui social difende Conte: "Da anni è necessaria una riflessione politica all’interno del Movimento ma è vigliacco mettere oggi sul banco degli imputati l’ultimo arrivato che al netto d’idee diverse su alcune questioni considero persona perbene e leale". La presa di posizione non passa inosservata e, a stretto giro di posta, l’ex premier, con i giornalisti, commenta: "Stimo Alessandro Di Battista. È una persona genuina, possiamo avere diverse opinioni politiche, ma lo rispetto e lo stimo. In politica, la qualità di essere persona perbene è importante per garantire che i traguardi siano ambiziosi, che ci sia l’etica pubblica. Ma essere perbene non è sufficiente. La politica deve esprimere delle battaglie e occorre anche tanta determinazione e coraggio".