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Mattarella bis fa esplodere il centrodestra

Paolo Zappitelli
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Il voto per il Quirinale consegna un centrodestra spappolato, con i leader dei vari partiti pronti ad accusarsi l’un l’altro di alto tradimento. Rimettere insieme i cocci sarà difficilissimo. «Ora voglio proprio vedere quando i vari "cespugli" (i partiti più piccoli ndr) ci verranno a chiedere un posto in coalizione alle prossime elezioni» racconta sibilando un senatore della Lega. Già perché la coalizione, in questo momento, non esiste più. I rapporti di Fratelli d’Italia e Matteo Salvini con Forza Italia sono freddissimi. E così anche quelli con i centristi - Udc-Noi per l’Italia e i «totiani» di Cambiamo - che venerdì notte hanno annunciato il «mani libere» per la trattativa sul Colle che ha portato al Mattarella bis. Ma anche il clima tra il leader della Lega e Giorgia Meloni è glaciale. A metà mattinata, quando la Lega ha annunciato la «virata» sull’attuale Capo dello Stato, la presidente di Fratelli d’Italia ha fatto un post su Instagram al veleno: «Salvini propone di andare tutti a pregare Mattarella di fare un altro mandato da Presidente della Repubblica. Non voglio crederci». E per finire con i distinguo anche il presidente di Coraggio Italia Luigi Brugnaro ha spiegato all’agenzia Adnkronos che lui alla riunione notturna con FI - dove invece è andato Giovanni Toti - non c’era «non c’entro nulla con questa iniziativa, non sono certo il tipo che dà deleghe a qualcuno».

 

 

 

 

 

Ora l’orizzonte è quello delle prossime elezioni, tra sei mesi se il governo finirà prima la sua esperienza, oppure a marzo del 2023 se arriverà a scadenza naturale. E visti i rapporti estremamente tesi c’è chi vorrà fare, nel tempo che resta, una legge elettorale in senso proporzionale. I centristi puntano a presentare una proposta già la prossima settimana. Ma anche Forza Italia, Cinque Stelle e Pd sono d’accordo. «Penso che in questa ultima fase della legislatura sia assolutamente necessario mettere mano ad alcune riforme», ha spiegato il segretario dei dem Enrico Letta. Fermamente contrari, invece, per ora, Fdi e Lega. Anche se Matteo Salvini non chiude del tutto la porta alla modifica, facendone soprattutto una questione di tempi. «La priorità della Lega, del governo, del Parlamento, non è una legge elettorale proporzionale» spiega. Mandando l’ennesima frecciata a Forza Italia e centristi. «Se nel giorno dell’elezione di Mattarella un nostro importante alleato di governo parla di passare mesi a cambiare la legge elettorale, abbiamo delle priorità diverse e punti di vista diversi».

Sulla riforma in senso proporzionale pesa anche quello che è successo all’ultimo vertice del centrodestra tenutosi in presenza a Villa Grande, quando tutto era filato liscio fino a quando la discussione non è caduta su questo punto. E la decisione di relegare a una piccola postilla del comunicato ufficiale che offriva a Berlusconi la candidatura al Colle la richiesta di mettere nero su bianco il no al proporzionale era stata ritenuta insoddisfacente. Il nodo insomma resta e non è un caso che il presidente di FdI, nel pieno della polemica sul Capo dello Stato, abbia ufficialmente aperto questo fronte: «Tenteranno di cambiare la legge elettorale - ha affermato - di cambiarla in senso proporzionale, probabilmente. Si sappia fin d’ora che non siamo d’accordo. Quel sistema è il pantano della repubblica italiana, è garantire che gente che non prende i voti possa rimanere al governo e chi lo fa non è amico dell’Italia».

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