Salvini liquida Casini e rilancia: il nuovo presidente sarà di centrodestra. Il vertice con Meloni e Tajani
È il giorno della quarta votazione a Montecitorio: da oggi, giovedì 27 gennaio, per eleggere il presidente della Repubblica non sarà più necessaria la maggioranza di due terzi. Ma un accordo ancora non sembra imminente. Il centrodestra è tornato a riunirsi dopo l'ennesimo no del centrosinistra alla rosa di candidati. Nella riunione Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani e i leader dei partiti centristi, Giovanni Toti, Lorenzo Cesa, Maurizio Lupi.
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Proprio Salvini in mattinata ha spiegato ai cronisti che "abbiamo dei nomi di assoluto livello. Non penso che il centrodestra, che rappresenta decine di milioni di italiani, debba dimostrare niente a nessuno e che solo a sinistra ci siano profili morali, istituzionali in grado di aspirare alla più alta carica dello Stato. La via maestra rimane sempre quella che i numeri e il consenso popolare e trent’anni di storia politica ci chiedono. È trent’anni che la sinistra propone dispone e impone sul Quirinale" dice il segretario della Lega.
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Sul tavolo oltre alla carta Draghi c'è sempre l'opzione Pier Ferdinando Casini. "È uno che è stato eletto con il Pd. Una proposta della sinistra" lo liquida Salvini entrando al vertice del centrodestra. QUelli del centrosinistra "li sento tutti i giorni: è il mio dovere, è il mio lavoro: porto proposte, ascolto" dice Salvini. "Io sto continuando a lavorare sulla strada del centrodestra. Leggo tanti nomi interessanti che non sono di centrodestra".
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I tempi sembrano allungarsi, e la votazione di oggi potrebbe finire con la quarta fumata nera. "Domani l’Italia deve avere un Presidente, oggi credo che si lascerà passare ancora un giro e domani andranno a più miti consigli", dice Matteo Renzi, "si è scelto di fare l’ultimo passaggio a vuoto. Per me è sbagliato ma prendiamo atto. Domani non c’è più tempo, domani l’Italia deve avere un Presidente della Repubblica".
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