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"Cassese o Belloni", la mossa della Meloni dà una scossa alle trattative per il Quirinale

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Nel complicato borsino del Quirinale riprendono quota due nomi su tutti. Durante la "maratona" di Enrico Mentana sulla quarta votazione per il presidente della Repubblica arriva l'apertura clamorosa di Fratelli d'Italia, tramite una notizia dell'Ansa, su due nomi: quello di Sabinio Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale, e della donna a capo del Dis, i servizi segreti italiani, ossia Elisabetta Belloni. 

Da quanto si apprende da fonti del partito di Giorgia Meloni, infatti, le due candidature non sarebbero sgradite. Fonti FdI da leggere "vicino alla Meloni" commenta Mentana che parla di un segnale preciso nel centrodestra. "Anche da parte del M5s il nome della Belloni è stato fatto" dice il direttore de La7. 

 

Il nome di Cassese è uscito fuori ieri, quando era stata diffusa la notizia di un incontro con Matteo Salvini a casa del giudice, poi smentito dal leader della Lega. 

In studio il direttore de Il Tempo Franco Bechis che spiega: i nomi di Belloni e Cassese sono "scelte non ostili", soprattutto il capo dei servizi segreti "può essere la figura terza che si sta cercando per un accordo". Senza contare, ricorda Mentana,  "che è la Meloni", seppur indirettamente, "a fare il nome della Belloni, e questo  ha un peso".

 

Intanto oggi i parlamentari del centrodestra si asterranno mentre l’ex fronte rosso-giallo opta per la scheda bianca. Ma le forze politiche stanno dietro le quinte trattando sul nome su cui cercare una convergenza per domani. I contiani non escluderebbero il nome di Elisabetta Belloni ma la guida del Dis non sarebbe la prima scelta del Pd, anche se non è esclusa una apertura dei dem.

 

Cassese invece è stato ospitato ad Atreju e sul presidenzialismo si è detto disponibile ma sul suo nome però ci sarebbero corpose fibrillazioni nella Lega, per le dichiarazioni contro l’autonomia rilasciate nel tempo dal giurista 86enne. Il nome di Cassese  non sarebbe in cima alle preferenze neanche dei 5 stelle. Durante la riunione del centrodestra, Matteo Salvini ha invece ribadito il suo "no" alla candidatura di Pierferdinando Casini, eletto nel 2018 con il Pd. Il centrodestra si è diviso sulla proposta di astensione. Giorgia Meloni non era d’accordo: voleva che la coalizione si misurasse su un nome. Ma ha acconsentito a optare per l’astensione per non spaccare la coalizione. Poco dopo la mossa: Belloni o Cassese. 

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