“Non ci si arriva mai...”. A Otto e mezzo Beppe Severgnini fa capire quando cadrà il governo
Un’attesa sfiancante, che non ha portato ancora alla fumata bianca sul Quirinale. Beppe Severgnini, editorialista del Corriere della Sera, è ospite ad Otto e mezzo, talk show di La7 condotto da Lilli Gruber, ed è convinto che con il passare delle ore il ballottaggio sia a due, tra Mario Draghi e Sergio Mattarella: “Se il centrodestra non avesse fatto una cosa in cui tutti, tutti, compresi i collaboratori e i familiari di Silvio Berlusconi sapevano che non sarebbero andati da nessuna parte, avrebbero perso meno tempo. Lo sapevano tutti e poi siamo arrivati ad un giorno dall’elezione. Ogni giorno che passa si avvicina l’elezione di Mario o un Mattarella bis, perché si spinge in quella direzione. Questo governo comunque sia non dura un anno, qui è sette mesi contro sette anni, questo governo mica arriva a votare la finanziaria, ci si gioca la campagna elettorale della primavera prossima, si arriverà all’autunno. Avrebbe senso mettere Draghi al Quirinale e un ministro di questo governo a Palazzo Chigi, per andare avanti sette mesi mettendo tutti d’accordo e poi si voterebbe. Ma è troppo logico e la gente lo capirebbe, questo è traumatico in Italia”.
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La Gruber approfondisce poi i temi legati al centrodestra, con Matteo Salvini che si è intestato questo ruolo di king-maker: “Non sta facendo bene, perché la forzatura possibile è una dimostrazione che la situazione si sta innervosendo. E non sta facendo bene perché dovrebbero mettersi d’accordo fra di loro. Si sono messi d’accordo su Berlusconi, una candidatura in cui non credevano neanche loro, e adesso non riescono a fare altro. Ci sono altri nomi spendibili oltre a quello di Draghi per i nostri alleati nel mondo. C’è Giuliano Amato, lo conoscono, c’è Sabino Cassese, Elisabetta Belloni, Letizia Moratti. Non è che è Draghi o il disastro. Ma - conclude Severgnini - devono chiarirsi le idee nel centrodestra, secondo me Giorgia Meloni è incazzata”.