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Mario Draghi è in guerra con i partiti: dal Quirinale vuole decidere lui il nuovo capo di governo

Arnaldo Magro
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Chi conosce assai bene Mario Draghi sostiene, che sia in queste ore, decisamente adirato con i partiti. Si aspettava che i partiti non mettessero neanche becco dinnanzi ad una sua richiesta quirinalizia. Dovrebbero, secondo lui, dargli il nulla osta senza pretesa avanzare. Senza apparire blasfemi, appare un grave errore strategico, compiuto dall'ex Bce. Nel momento in cui ha ribadito, anche nei colloqui privati ultimi, che NON intende trattare coi partiti, il tema di un nuovo governo, l'irrimediabile è stato superato.

 

 

È l'inizio della guerra fredda. Vuole decidere Lui soltanto, chi lo succederà a palazzo Chigi. Situazione inaccettabile per chiunque. Non può pensare Mario Draghi, per quanto abituato a stravincere sempre, di fare tutto da solo. Non può pensare di occupare, tutte le parti in commedia. Capo dello Stato ma pure presidente del Consiglio, per interposta persona. Non si fa mettere così bruscamente in fuorigioco la politica, per lasciare tutto in mano ai tecnici. I partiti sono già oltre Mario Draghi. Draghi ha bisogno della politica che ora però, non si fida più tanto di Draghi e del suo ego. Solo 12 mesi fa, era la migliore espressione che il nostro Paese offrisse al mondo intero. Ora rischia seriamente di non vincere la sua personale partita per Colle. E le responsabilità maggiori non potrebbero che essere sue. 

 

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