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Il M5S dice no a Casini e snobba Cassese. Scanzi fa il portavoce a Otto e mezzo: “Paragonava Conte ad Orban”

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Una lunga giornata che si è risolta con un nulla di fatto e con nessun accordo anche in vista di domani al quarto scrutinio per la presidenza della Repubblica. Per analizzare gli scenari della politica nella puntata del 26 gennaio di Otto e mezzo, talk show di La7 condotto da Lilli Gruber, è ospite Andrea Scanzi, giornalista de Il Fatto Quotidiano: “Le indicazioni sono praticamente inesistenti. Menomale che per il Movimento 5 Stelle è indigeribile il nome di Pier Ferdinando Casini. Sono sopraffatto dalla noia, dalla tristezza e dallo sgomento, le notizie politiche di oggi sono il no secco di Letta su Casellati e il no dei Cinquestelle, tardivo, su Casini. È sconcertante quello che si vede, di una tristezza totale e non parlo della lentezza, che è un falso problema, ci sta aspettare la quarta votazione. Sono sopraffatto dal bassissimo livello dei nomi fatti, ogni volta che sento le rose dei nomi e il resto mi domando sempre se in un Paese da 60 milioni di abitanti non c’è niente di meglio. Oggi hanno ritirato fuori il nome di Cassese, ma con tutto il rispetto a 86 anni, è uno che un anno fa ha avuto il coraggio di paragonare Giuseppe Conte a Viktor Orban, un po’ azzardato”.

 

 

“Trovo che - attacca Scanzi - l’emblema della pochezza della politica italiana attuale sia Casini, ma non Casini in quanto tale, è uno che sa fare politica, la fa da prima di nascere, si sa muovere, è simpatico, è divertentissimo in privato, ma nel 2022 il coniglio dal cilindro è Casini? È l’asso nella manica? Ci rendiamo conto dello scollamento tra il Parlamento e i cittadini? Se domandassimo ai cittadini chi vorrebbero come Capo dello Stato Casini non verrebbe neanche classificato, neanche se lo ricorda la gente”. Alessandro Giuli interviene: “Sei esagerato, se lo ricordano”, Scanzi replica: “Ma sì che se lo ricordano. Ma trovo inquietante è che si faccia passare il fatto che Casini sia uno in grado di unificare il Parlamento. Casini - chiude il discorso il giornalista - è stato il bravissimo emblema del trasformismo. Se diventa essere bravi passare un po’ nel centrodestra, un po’ nel centrosinistra, un po’ spettinato, un po’ pettinato, e poi alla fine passi alla cassa diventando presidente della Repubblica con questo atteggiamento… È un bel segnale?”.

 

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