manovre sul quirinale
Giuseppe Conte è accerchiato: spaccatura con Di Maio su Draghi e il Pd lo impallina su Frattini
Il veto su Mario Draghi al Colle continua a dividere il leader del M5S Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri, già capo politico del Movimento, Luigi Di Maio. Ieri, raccontano fonti M5S presenti alla riunione, il tema sarebbe stato a lungo dibattuto tra i due nella cabina di regia convocata in serata. Nessuno scontro, viene assicurato, ma un confronto serrato, un 'botta e risposta' tra i due che ha monopolizzato parte della riunione. Conte, raccontano, avrebbe spiegato che il veto non è sulla persona, che il profilo di Draghi è alto e autorevole, ma sarebbe un errore spostarlo da Palazzo Chigi, dove è stato messo per una mission che è ancora da portare a termine: lotta alla pandemia e Pnrr. Oltre a rimarcare come sarebbe difficile per il M5S entrare in un nuovo governo, perché se Draghi salisse davvero al Colle allora verrebbe meno il motivo che ha giustificato, anche agli occhi degli elettori pentastellati, la nascita del governo di unità nazionale.
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Di Maio, dal canto suo, avrebbe rimarcato come mettere veti sarebbe un errore, perché il rischio è che il Movimento ne esca isolato, con le ossa rotte. Se Draghi resta a Palazzo Chigi, avrebbe ricordato inoltre Di Maio per far comprendere come il suo non sia un ragionamento di convenienza, io resto al mio posto, al ministero degli Esteri. Nessuna frizione, ma un confronto politico serrato. Dove però è difficile trovare un punto di incontro, perché ognuno, raccontano diversi presenti, sarebbe convinto delle proprie ragioni. Conte fermo sulla volontà di non cedere, "Draghi al Quirinale non lo vuole, raramente l'ho visto così convinto...", spiega un presente.
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Ma anche sul fronte Pd ci sono grane per Conte. Spaesamento, irritazione, dubbi. Non è dei migliori l'umore dei grandi elettori quando hanno saputo che ieri, sul tavolo dell'incontro tra Matteo Salvini e Conte, si è fatto il nome di Franco Frattini. "Ma Conte a che gioco sta giocando? Vuole ripristinare l'asse gialloverde?", si chiede un deputato Pd in un capannello di grandi elettori dem. Stamattina le chat dei parlamentari M5S sarebbero state invase da messaggi dei colleghi Pd che chiedevano chiarimenti dopo aver letto l'indiscrezione sulla possibile carta Frattini uscita nel colloquio Salvini-Conte. Sospetti e timori attraversano la truppa Pd: quello maggiore è che l'alleato faccia sponda a Salvini su un nome di centrodestra. Sospetti rafforzati anche dalla frase di Conte nell'assemblea M5S di domenica sera che ieri rimbalzava in Transatlantico: "A differenza di Pd e Leu, non abbiamo remore a considerare una candidatura che venga dal centrodestra”. "Qualcuno faccia capire a Conte che se fa il gioco di Salvini, il governo salta, si va a votare e i 5 Stelle scompaiono", è lo sfogo di un parlamentare Pd.