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Parla Michaela Biancofiore: "Amareggiata per Silvio Berlusconi. Salvini e Di Maio kingmaker, trovino loro il nome buono"

Pierpaolo La Rosa
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«Personalmente mi dispiace molto perché credo che fosse un sogno che Silvio Berlusconi aveva il diritto di perseguire. Adesso che ha compiuto questo gesto nobile, il leader di FI deve dare veramente l'opportunità a Giorgia Meloni e Matteo Salvini di confrontarsi, innanzitutto con il Movimento 5 Stelle, per una candidatura il più possibile condivisa». Raggiungiamo telefonicamente, Michaela Biancofiore, deputata di Coraggio Italia e membro della dirigenza nazionale del partito, proprio mentre le agenzie di stampa stanno lanciando la notizia del passo indietro del presidente di Forza Italia dalla corsa per il Quirinale.

La sorprende il gesto del Cavaliere?
«Mi dà molta amarezza, sono stata 28 anni in Forza Italia. È l'epilogo di una grandissima storia. Intimamente so che Berlusconi avrebbe voluto giocare la partita fino in fondo, ma a mio avviso qualunque presidente della Repubblica verrà eletto lo farà, giustamente, senatore a vita».

 

 

Adesso, onorevole Biancofiore, cosa succede?
«Bisogna riavvolgere il nastro e tornare alle elezioni politiche del 2018, quando hanno persole sinistre. La maggioranza parlamentare, oggi, che si rispecchia anche nel Paese, è quella giallo-blunazionale. È evidente che ci debba essere per il Quirinale un nome di più ampio respiro possibile, condiviso dai due kingmaker, Salvini e Luigi Di Maio - all'epoca capo politico del M5S - in accordo con Giuseppe Conte, e sentita Giorgia Meloni. Da questo tavolo, con Berlusconi nel ruolo di padre nobile del centrodestra, dovrà uscire fuori un nome da portare all'attenzione del centrosinistra. Oggi alla politica è richiesta estrema serietà. Noi abbiamo il dovere, come coalizione giallo-blunazionale, che ha la maggioranza relativa nel Paese, di fare un nome che venga eletto alla prima votazione, che possa piacere al centrosinistra».

Non bisogna, dunque, perdere tempo?
«Io quando vado a fare da sola la spesa al supermercato, li vedo gli anziani che ordinano due fettine di prosciutto: questo significa che le persone stanno morendo di fame. E noi cosa ci permettiamo di fare? Di fare i giochi di Palazzo intorno alla figura del presidente della Repubblica che deve essere un arbitro, il garante dell'unità nazionale?».

 

 

E Mario Draghi? Dovrebbe traslocare al Colle?
«Draghi dovrebbe rimanere a palazzo Chigi. Se andasse al Quirinale, lascerebbe il lavoro a metà per un'ambizione che secondo me il Paese non capirebbe. Se il premier si trasferisce al Colle la maggioranza salta perché non si riescono atrovare gli equilibri».

Qualche nome per il Quirinale?
«Bisogna trovare un metodo tra chi ha vinto le elezioni nel 2018, M5s e centrodestra, per un nome condiviso. Dimentichiamo sempre che il popolo ha votato».

Quale deve essere, ora, il ruolo di Berlusconi?
«Berlusconi non può fare il convitato di pietra. Il nome per il Quirinale che uscirà fuori, dopo questo gesto di generosità, deve essere condiviso con lui. Mi auguro che Di Maio e Salvini si parlino, che non si finisca a ridare il boccino in mano al Pd e all'area del centrosinistra».

 

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