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In Onda, Marianna Aprile smonta il femminismo di facciata della sinistra: figure femminili solo a destra

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Si parla tanto di una candidatura di una donna per il Quirinale, ma poi i buoni propositi restano sempre parole e vengono spazzati via dai fatti. Marianna Aprile, caporedattrice del settimanale Oggi, distrugge la sinistra nel corso della puntata del 22 gennaio di In Onda, programma di La7 condotto da David Parenzo e Concita De Gregorio: “Non solo a destra non voteranno Rosy Bindi, anche a sinistra. Sono abbastanza pessimista che una delle due caselle tra Quirinale e Palazzo Chigi possa essere riempita da una donna. Anche se in questo giro forse qualche profilo davvero votabile ci sarebbe stato. Se le cose sulla riforma della giustizia fossero andate diversamente ad esempio Marta Cartabia avrebbe avuto un curriculum da uomo, passatemi l’espressione. Quindi sufficiente per arrivare al Quirinale. Elisabetta Belloni è altrettanto autorevole e solida come figura ma non come candidatura, visto che le due cose spesso non coincidono. Sia in Europa che in Italia la leadership femminile si forma a destra invece che a sinistra. Se n’è discusso molto quando è stata eletta la nuova presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, abbiamo gioito perché la triade dei vertici europei è tutta al femminile. Ma poi molte sostenitrici della battaglia della parità di genere hanno storto il naso perché è una donna ma non la pensa come loro, sono tutte donne di destra. Il problema è proprio questo, gioire per i progressi che fanno le donne solo se la pensano come me, questo indebolisce molto la faccenda”.

 

 

“Il problema vero - continua la Aprile sul fronte Quirinale - è che anche all'interno dei singoli partiti non c'è unione e non c’è capacità dei singoli partiti di orientare il voto di lunedì e dei giorni successivi. Non soltanto a guardare le coalizioni a destra e sinistra. Lo stesso Enrico Letta ha esplicitato la volontà di puntare su Mario Draghi, ma sogna Sergio Mattarella. All’interno del Movimento 5 Stelle una grande fronda non vorrebbe Draghi e ha fatto il nome di Mattarella e poi altri hanno fatto nomi puramente di bandiera. Nel centrodestra non ne parliamo. Draghi potrebbe essere la vittima di una mancanza di capacità politica, più che ci sia l’intenzione di non mandarlo al Colle. Sarebbe la debacle più totale, ci rimettiamo Draghi e ci rimettiamo sei leader dei sei partiti. Dimostrino - chiude la giornalista - di saper fare qualcosa”.

 

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