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Quirinale, slitta il vertice del centrodestra. Matteo Salvini: "Spetta a noi fare un nome"

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Il vertice di centrodestra sul Quirinale, inizialmente convocato via Zoom alle 16, slitta alle 18. Dopo rinvii e incontri con i leader degli altri partiti Silvio Berlusconi scioglierà la riserva sulla corsa al Colle. A sbloccare l'impasse una telefonata tra il Cav, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. "Sono ore di ragionamenti sul Quirinale. Stiamo lavorando per una soluzione positiva, rapida ed efficace" ribadisce il leader della Lega che sottolinea: "Per la prima volta dopo trenta anni, a sinistra qualcuno è preoccupato, i numeri dicono che il centrodestra è maggioranza nel parlamento e fuori'. Il conto alla rovescia per il vertice e la decisione del Cav è partito.

In occasione dell'elezione del presidente della Repubblica, assicurano i partiti in una nota congiunta, la coalizione "avrà una posizione condivisa e unitaria". Fonti della Lega sottolineano il "clima sereno e cordiale" del confronto tra i leader, ma tutti adesso attendono di conoscere le mosse dell'uomo di Arcore. "Domani molto probabilmente Berlusconi scioglierà la riserva, sentite ovviamente anche le informazioni e i pareri dei partiti di coalizione", anticipa il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Paolo Barelli, uscendo dalla riunione dello stato maggiore di FI convocato ad Arcore. "Non mollerà facilmente" assicura chi lo conosce bene, rimarcando il fatto che un "passo indietro" arriverà "solo su nome alla sua altezza". Da quello che filtra, però, il Cav non dovrebbe essere presente nella Capitale, e parteciperà al vertice in collegamento. Niente Villa Grande come nelle precedenti reunion quindi, e ancora incertezza su luogo e orario dell'incontro che tuttavia dovrebbe andare in scena nel pomeriggio.

In presenza, intanto, Berlusconi ha invece riunito nella sua residenza di Villa San Martino lo stato maggiore del partito per fare il punto sulla situazione. La delegazione, composta dai capogruppo alla Camera e Senato, Paolo Barelli e Anna Maria, la senatrice Licia Ronzulli, e il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, è giunta all'ora di pranzo ed è uscita nel primo pomeriggio. Di base a Milano in queste ore, dopo giornate di incontri nella Capitale, anche Salvini che ha contattato tutti i leader (a partire da quelli della maggioranza che sostiene il governo Draghi) per avvisarli del vertice che si terrà oggi tra qualche ora. "Lavori in corso" ha scritto il segretario della Lega che, intervenendo ai microfoni di Radio Libertà (nuovo nome di Radio Padania), ha rimarcato il fatto che il centrodestra "farà una o più proposte assolutamente di alto livello e profilo senza che nessuno si possa permettere di mettere dei veti".

"Lavoriamo per unire, per eliminare confusioni e ritardi di tempo" ha aggiunto il segretario della Lega, riconoscendo tuttavia che la coalizione in questo momento "non è autosufficiente, quindi non può fare colpi di mano come fece la sinistra anche in passato. E' chiaro che le proposte che avanzeremo nelle prossime ore dovranno trovare condivisione anche da parte di altri".

Salvini ha preferito però non sbilanciarsi con i nomi: "Non vorrei danneggiare un percorso utile che stiamo facendo". Insomma, l'obiettivo resta quello di "lavorare come centrodestra unito dall'inizio alla fine della corsa al Quirinale per offrire agli italiani una scelta assolutamente di livello. Per la prima volta negli ultimi trent'anni, da Scalfaro in poi, c'è un centrodestra determinato, compatto e unito che ha la possibilità di scegliere un presidente culturalmente vicino alla sua area di riferimento. Ce la giochiamo fino in fondo con entusiasmo, con energia ed ottimismo".

In attesa del vertice, Forza Italia ha già convocato per lunedì mattina, giorno d'avvio delle votazioni a Montecitorio, i suoi grandi elettori per coordinare il lavoro in vista dell'elezione del Presidente della Repubblica, e per rafforzare il coordinamento con le altre forze politiche del centrodestra. E all'appuntamento ci sarà una new entry visto che la senatrice Silvia Vono ha ufficializzato la decisione di lasciare Italia viva per aderire proprio a Forza Italia.

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