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Quirinale, Mario Draghi balla sul Colle: "Accordo Pd e Italia Viva". Ma resta il nodo del centrodestra

Paolo Zappitelli
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Mario Draghi sembra essere più vicino al Quirinale. L'incontro di ieri tra Enrico Letta e Matteo Renzi - ex nemici e oggi costretti a metter da parte l'antipatia per risolvere il rebus del Quirinale - ha sancito un accordo tra i due proprio nel nome dell'attuale premier. Non proprio un'investitura ufficiale ma un punto di incontro su quel nome «di alto profilo» che non sia divisivo e metta d'accordo un po' tutti i partiti. Un via libera che ancora però non convince Matteo Salvini e Giorgia Meloni che nel vertice di oggi del centrodestra sapranno cosa ha deciso Berlusconi sulla sua candidatura.

Nel caso il Cavaliere si ritirasse i nomi su cui puntare potrebbero essere quelli di Letizia Moratti o Elisabetta Casellati. Ma anche Pierferdinando Casini, colui che più di tutti sarebbe in grado di far saltare lo schema che porta il premier al Quirinale. Il Pd, infatti, sarebbe in grande difficoltà a dire no a una sua elezione al Colle. L'altro ostacolo sulla strada di Draghi è quello di garantire la prosecuzione del governo fino alla sua scadenza naturale nel 2023.

Troppi deputati e senatori temono di perdere un altro anno di stipendio specialmente con un orizzonte molto incerto per una eventuale rielezione. Perché dalla prossima legislatura i parlamentari passeranno da 900 a 600. Ma anche i partiti hanno bisogno di più tempo per organizzare la campagna elettorale e non sono attratti da possibili elezioni anticipate.

Tutti tranne Fratelli d'Italia che invece preme per andare subito al voto, in modo da poter «monetizzare» i sondaggi che lo danno ormai quasi al 20 per cento, prima formazione del centrodestra e appena dietro al Pd. Così l'elezione di Draghi passa attraverso un «patto di legislatura» che porti dritto il governo fino al 2023.

E su questo ieri sono trovati d'accordo anche il segretario del Pd e il leader di Italia Viva. Ma di questa «necessità» avevano già parlato - in colloqui riservati- anche Mattarella e Draghi nei mesi scorsi. I candidati in corsa vanno cercati tra i ministri che sono in carica. Tra questi Vittorio Colao, molto legato a Draghi, che ha la delega per la transizione ecologica e il responsabile dell'Economia, Daniele Franco, che con l'ex presidente della Bce ha lavorato fianco a fianco da anni.

Ma in queste ore sembra crescere sempre più l'ipotesi che Draghi, in caso di una sua elezione al Quirinale, voglia nominare una donna. Che sarebbe la prima a ricoprire quel ruolo nella storia repubblicana. I nomi sono quelli di Marta Cartabia, ministro della Giustizia e già primo presidente donna alla Corte Costituzionale e Elisabetta Casellati, presidente del Senato ed esponente di Forza Italia. Una scelta, quest' ultima, che costringerebbe anche la Lega a metter da parte eventuali tentazioni di uscire dalla futura coalizione di maggioranza. 

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