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Quirinale, Berlusconi scioglie la riserva: il vertice del centrodestra sulla candidatura

Daniele Di Mario
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La partita del Quirinale è arrivata a un punto di svolta. Oggi è il giorno della verità per Silvio Berlusconi e il centrodestra, ma è anche il giorno dal quale si comincerà a fare sul serio. Il leader di Forza Italia, infatti, scioglierà la riserva sulla propria candidatura alla presidenza della Repubblica e, qualunque sia la decisione, segnerà il vero punto di partenza delle trattative per il Colle. Matteo Salvini, Giorgia Meloni e il Cav si sono sentiti al telefono ieri, fissando il vertice tra i leader della coalizione per oggi. Il Cav, tuttavia, potrebbe restare ad Arcore e non raggiungere gli alleati a Roma, collegandosi da remoto, come confermano fonti azzurre. Era stata proprio il presidente di FdI a sollecitare, giovedì, con una dichiarazione, la convocazione della riunione.

Al termine del summit, il centrodestra uscirà con una posizione «condivisa e unitaria». Fonti leghiste sottolineano il «clima sereno e cordiale» che regna tra i tre capi partito e ribadiscono che oggi il centrodestra «si confermerà compatto in vista dell'elezione del Presidente della Repubblica».

Un concetto ribadito con forza anche da fonti di Fratelli d'Italia e FI. Il centrodestra parte da due punti fermi: l'unità della coalizione e il fatto che qualunque strategia vada decisa oggi. Non si aspetterà la quarta chiama. Se c'è Berlusconi bene. Altrimenti eventuali piano B e C andranno discussi e decisi nel vertice odierno, per arrivare alla prima votazione di lunedì con una posizione chiara e unitaria. «L'obiettivo è andare uniti», ribadiscono fonti di Forza Italia e di FdI. «Per Fratelli d'Italia - spiega il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida-è importante garantire la compattezza del centrodestra e scegliere un nome di un Presidente della Repubblica che sappia difendere gli interessi della Nazione. La nostra proposta sarà questa. Ovviamente ci aspettiamo che il presidente Berlusconi, che senza dubbio è all'altezza, sciolga la riserva sulla sua candidatura».

Un concetto, quello dell'unità del centrodestra, che lo stesso Berlusconi ha ribadito ieri ad Arcore allo stato maggiore azzurro. A Villa San Martino l'ex premier ha riunito i massimi dirigenti del partito, con i capigruppo di Senato e Camera, Anna Maria Bernini e Paolo Barelli. Presenti, inoltre, la senatrice Licia Ronzulli e il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri. Al centro del confronto, che ha precedutola notizia della telefonata dell'ex premier con gli alleati Matteo Salvini e Giorgia Meloni, proprio la questione della candidatura per il Quirinale. Da quanto trapela da fonti forziste, al proprio stato maggiore il Cav non avrebbe manifestato l'intenzione di ritirarsi dalla corsa al Quirinale, ma nemmeno quella di sciogliere la riserva in senso positivo a ogni costo.

«Il presidente è determinato, vuole andare avanti fino in fondo. Ma ha chiarito anche che l'unità del centrodestra viene prima, è un valore fondante della coalizione e va anteposto a tutto», sottolineano fonti qualificate di FI. Lo schema di gioco delineato da Berlusconi è chiaro: a Salvini e Meloni farà vedere i numeri, spiegando di volerci provare, ma sceglierà insieme agli alleati, anche alla luce dei colloqui con gli altri partiti che il segretario della Lega ha portato avanti in questi giorni. Una cosa è certa, il leader del Carroccio vuole «numeri certi».

Al vertice di oggi - spiegano ancora da FI- «Berlusconi esprimerà la propria opinione», pur nella «totale volontà di andare avanti insieme, perché l'unità del centrodestra viene prima di tutto». I tre leader si guarderanno in faccia e si parleranno, tracciando una linea comune. E di quella tutti prenderanno atto. Se il Cav dovesse sciogliere la riserva in senso negativo, rinunciando a correre per il Quirinale, si aprirà una partita forse ancor più delicata: scegliere, in una rosa di nomi, quello su cui puntare. Salvini ha la sua rosa: Franco Frattini, Giulio Tremonti, Marcello Pera, Elisabetta Casellati, Letizia Moratti. C'è ovviamente anche Gianni Letta. L'ipotesi Pierferdinando Casini troverebbe invece freddezza. Giorgia Meloni, dal canto suo, ha più volte manifestato l'esigenza che la coalizione si presenti unita esprimendo un nomeche sia direttamente espressione dell'area culturale di centrodestra. A Porta a Porta, la Meloni ha spiegato che FdI ha le sue proposte: un uomo e una donna. I cui nomi sono rimasti copertissimi. Non usciranno neppure oggi, ma Berlusconi scioglierà la riserva e almeno si capirà meglio lo schema di gioco e la «linea politica comune» del centrodestra. 

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